UN NODO DA SCIOGLIERE

Essere cristiani è allo stesso tempo la cosa più semplice e più complicata che ci sia. Da una parte è semplice perché non richiede nient’altro che una vita di relazione con il Signore Gesù: non ci sono pratiche o obblighi imprescindibili, pena l’esclusione definitiva dalla comunione con Dio… Dall’altra parte è complicata perché abbisogna di un costante coinvolgimento personale ad una dinamica di conversione: non ci si può mai dire degli arrivati… Essere cristiani non è una pratica ma una vita, un modo di essere: è un vivere alla maniera del Figlio! È rimanere in Cristo per vivere secondo la sua logica filiale. Ma lottare contro il proprio io egemonico e trasbordante non è per nulla facile… Nel Vangelo di oggi leggiamo questa esigenza particolare: «Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà». Perdere la vita è ciò che di più naturale ci sia: di fatto, sappiamo benissimo che i giorni che passano segnano il nostro progressivo avvicinamento alla morte… per cui possiamo dire che si tratta di una perdita! Ma l’accoglienza e l’assunzione di questa perdita giocata secondo la logica dell’amore, del dono di sé, cozza con la nostra propensione all’istinto conservativo! Qui sta un nodo nevralgico da sciogliere… chiediamolo come dono al Signore! Buona giornata

 

p.s. una preghiera per Sara che oggi pone la sua vita nelle mani del Signore

LASCIARE L’INIZIATIVA A DIO

Gesù non è un seduttore! Non chiama per trattenere a sé! Chiama a sé per mandare! È la logica che sottende la celebrazione eucaristica: convocati per essere mandati! Non si va in Chiesa per restare in Chiesa… troppo bello crogiolarsi nella pace e nella quiete dell’assemblea liturgica… si va in Chiesa per imparare da Gesù lo stile di vita e poi partire! Lo stare con Gesù coincide con lo stare dentro al mondo! Tanto più ci si sporca le mani dentro i processi della storia tanto più siamo coinvolti dall’azione di Gesù… Non dobbiamo andare da soli ma «a due a due»! La comunione è l’anima dell’evangelizzazione! Ogni tipo di individualismo è bandito dalla prassi cristiana! Non esiste l’io nella vita cristiana! Solo il noi ha cittadinanza! Il compito è la lotta contro il male! L’evangelizzazione non è una colonizzazione ma un combattimento contro ogni forma di male che il maligno mette in atto,,, Il discepolo di Gesù non è il migliore ma è uno che ha coscienza del male che si annida nel cuore dell’uomo… Solo il bastone è concesso: è un chiaro riferimento alla verga di Mosè! Solo se Dio è a capo dell’opera dell’uomo ogni azione è efficace altrimenti cade nel vuoto! Lasciamoci coinvolgere nella missione… buona domenica

LA SALUTE DELL’ANIMA

Se portiamo dal medico una persona cara e dalle analisi emerge qualcosa che non va subito ci allarmiamo e facciamo di tutto per mettere in atto cure adatte a debellare la malattia prognosticata. Giustamente il corpo delle persone care ci è caro, è la loro presenza ai nostri occhi… Se poi capita che una persona cara abbia dei comportamenti immorali, ambigui, maleducati, ci rammarichiamo un po’ ma alla fine troviamo la maniera per giustificare e andare oltre… è lo scarsissimo valore che diamo alla cura dell’anima… Eppure Gesù ci ha lasciato un monito chiarissimo al riguardo: «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». La paura autentica che dovremmo avere non dovrebbe riguardare la salute del corpo ma quella dell’anima! Attenzione: non è il caso di fare i manichei per cui distinguere categoricamente il corpo dall’anima squalificando l’uno ed esaltando l’altro… Si tratta semplicemente di restituire dignità alla cura e alla tutela della vita spirituale! Non si può sorvolare sui comportamenti maneschi, volgari, saccenti, violenti, denigratori, prepotenti… La stessa attenzione per la cura del corpo è giusto che la mettiamo anche per la cura dell’anima… fare regolarmente le analisi… osservare con attenzione i sintomi… Occorre ritornare ad interessarci della dimensione spirituale dell’uomo… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Antonio il cui corpo oggi viene sepolto e la cui anima affidiamo a Dio per l’eternità.

SOLO DIO CI È NECESSARIO

Scrive il profeta Geremia: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo». Afferma oggi Gesù nel Vangelo: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe». È un chiaro metterci in guardia dalla corruzione propria del cuore umano… Tutti dobbiamo avere fiducia degli altri, è doveroso, però ribadisce ancora Gesù: «Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe». Un irenico e passivo abbandono all’umano non è saggio… L’uomo – noi per primi – ha un cuore ammalato di egoismo, appena può se ne approfitta, fa il suo gioco. Che fare allora? È evidente che Colui nel quale ha senso riporre la fiducia non può che essere il Signore! La nostra roccia, il nostro caposaldo è solo il Signore! Lui solo non tradisce e rimane fedele per sempre! Voglio bene a tutti e sento tanto bene ricambiato ma non posso che testimoniare che solo nel Signore ho fiducia e mi abbandono senza paura! Non mi scandalizza il tradimento degli uomini… lo metto in conto… perdono di vero cuore… Solo chi confida nel Signore «rimarrà saldo per sempre, non crollerà mai». Se rimaniamo uniti al Signore non dobbiamo più temere alcun danno… tutto passa e si aggiusta! È il Signore che conduce la storia! Buona giornata

LA PAZIENZA DI DIO

Tenerissimo JHWH con il popolo d’Israele, ne parla come di un figlio:  «Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato… Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me». È l’amara constatazione di un genitore con il figlio adolescente: più ami e più vieni respinto! Faticosissima la fase dell’educazione nel periodo della crescita: tutto è contestato, tutto è rinfacciato… la memoria delle cose belle sembra totalmente svuotata… non esistono spazi per il dialogo e il confronto… la tentazione è quella di buttare all’aria tutto! Di vendicarsi e di contrastare la ribellione con la ritorsione! Ma JHWH marca la differenza dall’uomo: «Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira». È la pazienza di Dio che attende la crescita dell’uomo. Dio sa che c’è il tempo della maturazione… Dobbiamo tutti riflettere su questo atteggiamento di Dio perché ci permette di non disperare ma di guardare con fiducia al futuro! Il bene non cessa di lavorare nel cuore dell’uomo: al momento giusto riemergerà vincitore! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Angela che oggi accompagniamo nel suo ingresso gloria del suo Signore