SOLO IL SIGNORE SALVA

L’uomo ha bisogno di essere salvato! Sente che non può vivere senza che qualcuno lo sostenga! L’unico che possa salvarlo è Dio! Dio fa di tutto per andare incontro all’uomo e offrirgli vie d’uscita ai suoi baratri ma tutte le alternative appaiono più promettenti delle strade indicate da Dio! Non è un caso che Martin Buber, un grande filosofo ebraico, definisce l’uomo come “il più grande inventore di idoli”. Tutti i surrogati alla salvezza sono più appetibili di Dio… Lo deduciamo chiaramente anche da questi versetti del libro dell’Esodo: «Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto». Israele ha toccato con mano, ha sperimentato concretamente il braccio potente di Dio che lo ha portato fuori dalla schiavitù d’Egitto eppure ha il coraggio di attribuire un’opera così imponente a un vitello creato con le loro stesse mani! Dalla serie: mi invento di sana pianta un film e lo ritengo pure un fatto vero! Quanti interventi di grazia del Signore anche nella vita dell’uomo d’oggi… ma chi è riconosciuto come l’autore? Immancabilmente qualche surrogato capace di adulare e corrompere… solo il Signore salva! Buona giornata

MAI DA INDIVIDUI

C’è tutta una letteratura su Gesù che cerca di esaltarne la figura, evidenziandone la straordinarietà di azione e di pensiero, per poi, però, negarne totalmente la prerogativa divina. Ancora peggio è quando Gesù viene dipinto come un dio, alla maniera pagana, intelligente, forte, potente, in virtù della propria originalissima individualità. No! Gesù è Dio in quanto da Figlio è in comunione con il Padre: la sua divinità è data dalla stretta relazione delle persone divine! Nessuno nella Trinità afferma se stesso come un assoluto ma sempre relativamente all’Altro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo». Qui sta uno degli snodi fondamentali della nostra fede: nessuno che confidi unicamente in se stesso può realizzarsi! Noi siamo tutti interdipendenti, abbiamo bisogno degli altri… abbiamo bisogno dell’Altro! Gesù ci mostra che la sua umanità manifesta una grandezza non in forza di un eroismo individuale ma grazie ad una comunione con il Padre che in Lui fa grandi cose! Dobbiamo smettere di vivere la vita da impresari solitari e imparare a lavorare in equipe con Chi sa meglio di noi dove sta andando il mondo! Buona giornata

SOLO DA CRISTO LA VITA

«In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua». Si tratta chiaramente di una visione del profeta Ezechiele. Chi è stato a Gerusalemme, sa benissimo che il Tempio sta in alto alla città e lì non c’è traccia alcuna d’acqua. Allora di che acqua si tratta? Risalta con nettezza che è un acqua che da vita («vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra») e che purifica («sfociate nel mare, ne risanano le acque»). Di che cosa è simbolo quest’acqua? Dello Spirito, fuori dubbio! C’è un particolare che dobbiamo considerare: c’è un crescendo nella fuoriuscita dell’acqua. Significa che Dio dona lo Spirito e via via la nostra vita si riempie dei doni di Dio. Chi è per noi il Tempio di Dio, chi contiene in sè lo Spirito che dà la vita? Gesù! Da Lui continuamente esce lo Spirito, dal suo costato aperto sulla croce fuoriesce l’amore che non ha fine. È così che nel Vangelo troviamo Gesù alla piscina di Betsaida che rimette in piedi un paralitico e lo riavvia nel cammino della vita! Fintato che non riceviamo la vita da Gesù non possiamo camminare… siamo fermi, immobili, paralizzati… Buona giornata

MALATI DI MORTE

Ieri pomeriggio abbiamo celebrato la prima confessione: bambini impauriti, come se fosse un esame… l’immagine che abbiamo tramandato del confessionale è quella del tribunale: da una parte c’è il reo confesso e dall’altra il giudice. La paura è che ci sia qualche cavillo che non preveda l’assoluzione. Oppure, il timore di una solenne ramanzina per le malefatte con la minaccia di non farle più, pena una severa sanzione… No! Il confessionale è un ambulatorio dove si incontrano medico e malato per solidarizzare e cercare la cura più idonea alla vita buona! Il Signore è venuto per curare i malati, guarire i peccatori, sanare i lebbrosi… Oggi il Vangelo parla di un padre che corre da Gesù affinchè vada da suo figlio morente e lo salvi: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Chissà se i genitori che oggi hanno portato i bambini per la confessione siano o no consapevoli che i loro bambini sono davvero malati di morte e che se non vengono curati si perdono come tanti in balia del maligno che li devia della bellezza e dalla santità! Siamo tutti malati: non lasciamoci tentare da un relativismo superficiale che ci fa accontentare di una vita mediocre! Guariti dalla misericordia possiamo ambire a molto di più! Buona giornata

LA FATICA DELLA FRATERNITÀ

Noi, generalmente, leggiamo la cosiddetta “parabola del figliol prodigo” come una sorta di favola a lieto fine, dove tutte le situazioni intricate si dipanano e tutti sono tornano ad essere felici e contenti. In realtà, se proviamo semplicemente a metterci nei panni di questo padre c’è da rabbrividire per il dramma che si trova ad affrontare.

Un padre che ha due figli, per i quali non sa più cosa fare, che si sente dire dal primo «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta» perché vuole andarsene e dal secondo «Tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici», dalla serie “non mi hai mai voluto davvero bene”…

Non è così strana come situazione, se ci pensate: quanti papà sperimentano l’ingratitudine dei figli e si sentono rinfacciare tutta una serie di mancanze… Che cosa fa questo padre? «Divise tra loro le sue sostanze». Non sta a recriminare: a Lui interessa la vita dei figli, non la sua! Dà loro la sua “sostanza”, cioè se stesso, tutto!

Sì, il Padre dà se stesso! Ed è ciò che davvero rimane… le cose e gli averi vengono sperperati. Alla fine, rimane solo l’amore, il ricordo di quella benevolenza paterna che fa ritornare in sé un figlio e gli permette di osare il ritorno. È un ritorno un po’ interessato ma al Padre non importa: la comunione con il figlio è ciò che gli sta veramente a cuore!

Il Padre esulta per il ritorno del figlio ma non fa a tempo a gioire che, immediatamente, si trova a dover fare i conti con l’altro figlio amareggiato per la gratuità e all’abbondanza del suo amore. Per il Padre si tratta di due figli, da amare nella loro singolarità… per i figli il Padre è l’oggetto della contesa…

Alla radice ci sta un rifiuto radicale della fraternità! I due sono figli ma non si riconoscono fratelli e la loro inimicizia grava tutta sul Padre… la croce ne è la rivelazione…