CERCATE LE COSE DI LASSÙ

Sorelle e fratelli miei carissimi, abbiamo iniziato questo cammino quotidiano di ascolto della Parola, il 20 febbraio 2010: è stato per me un arricchimento incredibile e una splendida possibilità di condividere le riflessioni scaturite dalla mia preghiera sui testi della Parola della Liturgia del giorno. Con questo pensiero, concludo con voi questa meravigliosa esperienza… vi confesso, con le lacrime agli occhi… È incredibile come la Parola, anche oggi, risuoni tanto calzante: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Quanto grande è la tentazione di trattenere questo spazio, di esercitare un potere personale, di arrogarsi un possesso! La cupidigia non riguarda solo il denaro, ma l’immagine, il ruolo, il potere… Anche il Qoelet è sulla stessa lunghezza d’onda: «Vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro». È proprio un momento di grazia questo distacco, per me e per voi: tutto ciò che consideriamo nostro, tale non è! È vanità pensare di esercitare un dominio sulle persone e sulle cose: tutto è di Dio! Tutto passa, solo Lui resta! Facciamo nostre le parole di Paolo: «se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù»! E lassù cosa troveremo? Tutto il quaggiù, libero da ogni concupiscenza! Non ci perderemo mai in Cristo! Vi abbraccio tutti e su tutti voi, invoco l’abbondante benedizione del Padre! Buon cammino a tutti!

 

p.s. Continuate a voler bene a don Michele e accogliete con docilità don Cristian!

ECCESSO DELLA GRAZIA

«I sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: “Una condanna a morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa città, come avete udito con i vostri orecchi!”». Chi non fosse tanto esperto del Vangelo, potrebbe tranquillamente pensare che queste parole siano quelle rivolte nei confronti di Gesù… in realtà, siamo nell’Antico Testamento, nel Libro di Geremia! E tali parole di condanna sono proprio rivolte al profeta Geremia! Corsi e ricorsi, si dirà… In effetti, tutti coloro che parlano un linguaggio che non è del mondo non hanno vita facile: gli alleati del maligno scatenano tutto il loro armamentario per denigrare ed eliminare gli uomini mandati da Dio! C’è una diversità radicale, però,  tra l’esito della proposta di condanna a morte espressa contro Geremia e quella rivolta a Gesù: «I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: “Non ci deve essere condanna a morte per quest’uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio”». Il popolo ha riconosciuto la santità di Geremia mentre ha espresso sintonia totale nella condanna a morte nei confronti di Gesù! È impressionante questa cosa… Credo ci sia un motivo ben preciso: un profeta ha i suoi alleati… Dio no! Viene senza difese, totalmente arreso… e degli uomini non ce n’è uno che si possa chiamare fuori dalla pazzia della condanna a morte del Figlio di Dio! Anche io… anche tu… amara verità… Solo l’eccesso della grazia ci può salvare! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Rosa che si accinge a ritornare con fiducia al Padre

SANTA MARTA

Santa Marta. Una santa simpatica, nella quale tanti si identificano, per il suo servizio attivo. Una santa sempre contrapposta alla sorella Maria, meno simpatica, perché ritenuta un po’ opportunista. Questo è l’approccio del credente medio allo screening della pagina del Vangelo che ritrae le due sorelle in compagnia di Gesù. Gesù non avrebbe da dire nulla nè all’una nè all’altra: si è fermato in quella casa perchè Marta lo ha invitato ad entrare… Gesù sembra apprezzare sia l’ospitalità di Marta che l’attenzione di Maria, due modalità assolutamente meritevoli! È Marta che apre la polemica e vorrebbe una sorta di primato rispetto al modo fare di Maria… Sotto sotto, il nostro immedesimarci in Marta, ha un po’ come sottofondo la volontà di manifestare la nostra superiorità verso gli altri… Gesù si sente in dovere di dire a Marta che se serve con quell’atteggiamento di costante paragone con la sorella non sta facendo una azione congrua… Maria, al contrario, ha trovato la modalità per stare con Gesù senza alcuna pretesa, con serenità! Ecco: tale atteggiamento è da considerarsi oggettivamente il migliore! Marta è santa comunque, perchè ama Gesù e seguendolo ha aperto il cuore ad una professione di fede esemplare: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Evviva Santa Marta! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Taddea che ora riposa nella pace di Cristo

TUTTI RIPLASMABILI

Lo si dice spesso: siamo nella civiltà dell’usa e getta! È un approccio alla realtà che parte dalle cose ed arriva fino alle persone: ciò che ci serve lo teniamo finchè ci aggrada, poi, quando siamo stufi, lo buttiamo senza alcun rimorso. Può essere un paio di jeans ancora in ordine e può essere il marito o la moglie che non ci appassionano più come al primo giorno… Forse, qualcosa si muove nell’ambito delle cose, per una rinnovata sensibilità ecologica: si parla sempre più di riciclo… non si butta via nulla: tutto può essere reinvestito con nuove finalità! Calza in questo senso, la pagina del profeta Geremia che racconta: «Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro». Il vaso può effettivamente rompersi, ma la creta di cui è fatto, non si rompe! Fuori metafora: una persona può rompersi, può sbagliare, può tradire, può perdersi… ma la sua identità di figlio, creato ad immagine e somiglianza di Dio, non può mai rompersi ed essere scartata! Aiutare le persone a recuperare la parte migliore di sè per ricostruirsi è la missione più bella che Dio ci affida! Mettiamoci all’opera! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Oreste che si pone nelle mani del vasaio per una nuova creazione

LA SANTA PAZIENZA

Il profeta Geremia ha accolto con passione la chiamata di Dio: «Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità: la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore». Chi ha un’esperienza di fede sa bene che all’inizio tutto è bellissimo: il cuore si inebria nel rapporto con il Signore! È bello pregare, è bello fare silenzio, è bello servire… Poi, ad un bel momento, è come se tutto mutasse radicalmente la situazione: «Me infelice, madre mia! Tu sei diventato per me un torrente ìnfido,
dalle acque incostanti». È proprio così: il Signore sembra abbandonare il suo fedele! Tutto diventa faticoso, impegnativo, gravoso… La gioia e l’entusiasmo si tramutano in negatività e freddezza… Quante persone nell’adolescenza vivono degli slanci impressionanti per poi arenarsi dopo pochi anni: il pensiero è sempre lo stesso… “non sento più l’emozione e il coinvolgimento di prima”! Qui viene a galla la verità del rapporto che uno intrattiene con Dio: sta con il Signore per un tornaconto personale o per amore? La sequela si basa sulla corrispondenza della realtà alla propria veduta o si fida ciecamente dell’opera di Dio? «Se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca». Attendere l’opera di Dio è la santa pazienza del vero credente! Buona giornata