CORPO DI CRISTO: CAPO E MEMBRA

L’Eucaristia è il “culmine e la fonte della vita cristiana”: è fuori dubbio che la manifestazione più evidente della vita nuova  originata dal Battesimo è la comunione con il Corpo di Cristo, Capo e membra! Quando ci ritroviamo nella Pasqua settimanale a celebrare, esprimiamo ciò che siamo: il Corpo di Cristo! E non è frutto di una nostra conquista ma di un suo dono: Lui che è il Pane vivo disceso dal cielo si fa cibo affinché noi, mangiando di Lui, abbiamo la sua vita e ne diventiamo, a nostra volta, manifestazione! È bene che ci ricordiamo di un rischio in cui possiamo incorrere… lo stesso nel quale ha inciampato Israele nel cammino dell’esodo: «I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti». Cosa è successo? La manna era la vita che Dio donava a loro, era la sua cura, la sua dedizione, era il segno più evidente del suo amore: i padri ne hanno fatto un’abitudine! La mangiavano come cibo ordinario, non rendevano nemmeno grazie, non riconoscevano di avere la vita grazie alla bontà del Signore… Potrebbe capitare anche a noi di mangiare dell’Eucaristia senza riconoscere in essa l’intero Corpo di Cristo, Capo e membra… svilendola a semplice reliquia… grande pericolo! Buona giornata

CONSERVARE LA COMUNIONE

Archiviata la grande paura che tutti avvertivamo nel picco della virulenza pandemica da coronavirus dove ci si sentiva bisognosi di esprimere unità e solidarietà, siamo entrati nel tempo della polemica, della recriminazione, della rabbia… la destabilizzazione degli stili di vita, le insicurezze economiche, le restrizioni della libertà, stanno portando tutti a buttar fuori tutte le repressioni e le paure più recondite. Non è un dato solo civile ma anche ecclesiastico! La questione del ritornare o no a celebrare la Messa con il concorso di popolo sta facendo emergere anime molto diverse del clero e dei fedeli: c’è chi è per la lotta dura al fine di ottenere il permesso al più presto e c’è chi ritiene corretto sottostare alle autorità competenti per la salvaguardia della salute pubblica, puntando maggiormente sui molteplici ambiti del vivere la fede oltre la celebrazione dell’Eucaristia. Come sempre, è normale che la verità sta nel mezzo: tutti hanno delle ragioni sacrosante e tutti si esprimono in forza del proprio amore per Cristo e per la Chiesa! A me pare che siano illuminanti queste parole di Giovanni apostolo: «se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri». Salvaguardiamo a tutti i costi la comunione!

QUALI OPERE COMPIERE

«La folla disse a Gesù: “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?”». L’uomo ha sempre bisogno di vedere, di toccare con mano. E ci sta. Il problema è che tocca con mano ma preso si dimentica: non ha memoria! Soprattutto è incontentabile: ad un segno subito si suppone la disponibilità a reiterare. È così anche nei rapporti di amicizia: una persona fa una bella esperienza con un’altra, parte un rapporto di amore e di stima, poi, basta un atteggiamento, delle parole, non adatti e tutto va in fumo… un po’ come i discepoli di Emmaus: «speravamo fosse Lui a salvare Israele»… Forse anche alla Chiesa oggi la folla chiede segni e opere… credo che ci siano parecchie attività e iniziative che esprimono la sua condizione di Sposa di Cristo: eppure, non va mai bene, non è mai sufficiente! Ci sono sempre critiche e attacchi per le più svariate motivazioni… Cosa ha fatto Gesù, come ha risposto alla domanda? Nulla! Ha continuato a fare quello che doveva fare, quello per cui il Padre lo aveva inviato! Qualcuno ha creduto e qualcuno no… e l’hanno ucciso! Come Chiesa cosa dobbiamo fare? Direi proprio la stessa cosa che ha fatto lo Sposo! È lo sguardo del Padre quello che interessa! Buona giornata

LEGGERE I SEGNI

Mi capita di incontrare persone che hanno iniziato a credere dopo aver visto dei segni particolari che, ai loro occhi, sono parsi inequivocabilmente opera di Dio: hanno molto entusiasmo, sono teutonici nel sostenere la causa di Dio, non sono particolarmente atti al confronto… Sono così radicati nella “prova” che hanno avuto che guai a chi la tocca! Devo dire che a me, questo tipo di fede, fa sempre un po’ paura e mi lascia alquanto perplesso. Mi sembra di trovare conforto in queste parole di Gesù: «voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». I segni, quando vengono da Dio, hanno il compito di portare a Lui. Se, come purtroppo accade, vengono idolatrati portano più danni che vantaggi! Gesù, alle folle che ha sfamato, dice che al pane anche qualcun altro potrà provvedere ma alla Vita solo Lui può dare il nutrimento capace di eternità! I segni della presenza e dell’amore di Dio riempiono la nostra vita ogni frazione di secondo: se non cogliamo in essi la cura e la benevolenza del Signore, non appena avremo un attimo di fatica, metteremo in discussione tutto il suo amore… proprio ciò che che è accaduto a Gesù! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Tina che oggi accompagniamo, come diceva lei,  al suo incontro con lo Sposo

RICONOSCERE GESU’

«Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo». Come si fa a non leggere in queste parole la nostra esperienza! È proprio così: Gesù è vivo eppure noi non lo riconosciamo, abbiamo occhi che non sanno scorgere la sua presenza… come per i daltonici i colori! E non sono solo i discepoli di Emmaus a sperimentare questa fatica: tutti gli incontri con il Risorto hanno a che fare con gli equivoci e con il dubbio…Possiamo applicare questo schema anche a fronte della pandemia in atto: chi di noi sa scorgere la presenza di Gesù? Chi di noi è in grado di dire chiaramente dove il Signore si manifesta vivo? La sensazione è che lo si debba chiamare, spronare, invocare, come se fosse assente e lontano… in realtà, possiamo e dobbiamo dire: Gesù è già piegato su di noi ad asciugare le nostre lacrime e curare le nostre ferite! «Alcune donne si sono recate al mattino alla tomba e sono venute a dirci di aver avuto una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ci possono essere persone che attestano la sua presenza, la testimoniano pure, e noi rimanere totalmente indifferenti. Che smuove il cuore dal dubbio e dalla tristezza è l’ascolto della Parola: non c’è leva più efficace per rimuovere la pietra dal cuore che la memoria di come, lungo la storia, Dio ha agito in favore degli uomini… Ardeva il cuore ai discepoli nell’ascoltare Gesù che spiegava loro le scritture ma ciò che fa esplodere la visione è il momento in cui “spezza il pane”… Non c’è come l’Eucaristia capace di dischiudere la vita e aprire percorsi di gioia incontenibile… lo attendiamo!