TRASFIGURAZIONE COME TRASPARENZA

Credo sia capitato a tutti di vedere qualche documentario sugli animali e osservare come, soprattutto nei periodi degli amori, cambino di aspetto in modo tale da essere più appariscenti e visibili ai potenziali partner. Generalmente al normale e ordinario modo di presentarsi viene aggiunto qualcosa di esteriore per aumentare la spettacolarità.
Oso accostare la scena della trasfigurazione che oggi contempliamo, con le dovute accortezze, ovviamente, perché anche Gesù è nel periodo massimo dell’amore e ai discepoli desidera mostrare tutta la sua bellezza. Ma c’è una differenza sostanziale: se gli animali, di cui sopra, si Coprono quasi travestendosi e apparire diversi da quello che sono, Gesù si “spoglia”, diventano trasparente, per fa vedere quello che è, aprendo gli occhi dei discepoli alla radicalità del suo dono di sé!
«Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime»: non dobbiamo pensare ad un abbaglio, ad una luce sfolgorante che accieca i discepoli ma ad una trasparenza che mostra tutto il mistero della sua persona. Tant’è che appaiono Mosè ed Elia, immagine della Legge e dei Profeti: Gesù le impersonifica e le porta a compimento! Appare pure il Padre che parla e indica Gesù come il Figlio amato…
Pietro, Giacomo e Giovanni hanno avuto la grazia di vedere qualcosa di enorme, una visione capace di chiarire l’identità di Gesù; eppure, sono invitati a tacere: «ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto». È curiosissima questa pedagogia di Gesù: mi vengono alcune osservazioni. La prima: l’identità di una persona non la si conosce per interposta persona ma per una relazione personale. La seconda: non testimoniare sull’onda dell’entusiasmo ma solo dopo un rigoroso cammino nel deserto del discernimento. Non è questo il programma quaresimale?

I COMANDAMENTI

Siamo stati educati al dovere di osservare i comandamenti che Dio ha dato all’uomo: c’è un capo che da le regole e un sottoposto che deve obbedire. Se si mostra sottomissione e docilità la salvezza è assicurata. Se leggiamo la pagina del Deuteronomio possiamo notare che ci sono delle sfumature che non possono passare inosservate: «Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima». È vero: Dio ordina di mettere in pratica le leggi ma sottolinea “con il cuore e con l’anima“. È tutt’altro che un dato marginale! Il cuore è la sede della volontà e l’anima è la dimensione filiale. Significa che l’obbedienza ai comandamenti deve essere una scelta! Dio non da i comandamenti a tutti gli uomini ma al suo popolo… I comandamenti sono un atto d’amore e di predilezione verso il suo popolo! Si possono praticare i comandamenti solo con spirito filiale! Lo spirito servile non è assolutamente tollerato da Dio! Gesù metterà in risalto questa verità quando attaccherà frontalmente la pratica formale e ipocrita dei farisei! Credo che tutti abbiamo bisogno di ricomprendere meglio il senso dei comandamenti… Buona giornata

LA GIUSTIZIA SECONDO IL VANGELO

La lotta contro il peccato è oggettivamente estenuante! Come dice bene san Paolo, c’è in noi il desiderio del bene ma non la forza per compierlo… È come se quando c’è da fare una buona azione sia sempre necessario saltare un ostacolo, non è mai lineare, spontaneo, il bene! Dobbiamo rendercene conto: il nemico ci ha davvero pervertito il cuore così che l’amore è stato soppiantato dall’egoismo… È finissima l’osservazione che ci presenta oggi il Vangelo: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli». Gli scribi e i farisei – ci spiega Gesù – avevano una giustizia! Praticavano le opere buone! Erano, esteriormente, ineccepibili! Perchè, se il loro comportamento era votato al bene, doveva essere superato? Perchè era in funzione dell’affermazione del proprio io! Gesù, invece, invita a fare il bene per “entrare nel regno dei cieli”! Praticare la giustizia, secondo la logica del Vangelo, è operare nell’amore incondizionatamente, soltanto per la maggior gloria di Dio, anche quando tutto sembra inutile e improduttivo… Spesso, facciamo il bene come i bambini: solo quando qualcuno ci vede e può generare un complimento o dei vantaggi! Superare questa dinamica non è per nulla scontato… lottiamo! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Flavio che, con la grazia di Cristo, torna alla casa del Padre

IL DI PIÙ DELL’AMORE

Chissà quante volte vi è capitato di sentire persone che dicono: bisognerebbe che il Comune facesse… bisognerebbe che la Parrocchia organizzasse… bisognerebbe che gli imprenditori fossero più generosi… Tutte esortazioni rivolte ad altri per un tornaconto personale. È proprio così: ci sentiamo l’ombelico del mondo ed esigiamo che tutto ci giri attorno! Noi, forse, siamo stati educati da quella espressione anticotestamentaria “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”: è già qualcosa, ma, in sostanza, non promuove niente di positivo! È bene che accogliamo l’esortazione nuova di Gesù che ascoltiamo nel vangelo di oggi: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro». In questa propositività del bene c’è tuta la forza del rinnovamento portato dal Vangelo! Se i santi non avessero giocato la loro vita con una radicalità maggiore alla media non avremmo quelle opere di bene di cui oggi godiamo! Ancor più tarra-terra: se i nostri genitori si fossero limitati al non fare, noi non godremmo del benessere in cui viviamo! Ciò che siamo è frutto del dono gratuitamente offertoci da altri! Il bello della vita è nel “di più” che non è altro che segno evidente dell’amore! Donare ciò che ci manca è atto di chi crede nella fecondità dell’amore… è perdendo che si trova! Buona giornata

GENERAZIONE MALVAGIA

Quando ascoltiamo il Vangelo nella liturgia della Parola è Gesù vivo che ci parla. Parla a noi direttamente. Non si tratta di un messaggio rivolto alla sua generazione e di cui noi facciamo semplice memoria… Per questo è necessario che ci lasciamo intercettare sul serio da quanto ascoltiamo. Oggi, il Vangelo del giorno, esordisce così: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Sì, siamo una generazione malvagia! Riconoscere il nostro cuore malato è la precondizione per una conversione. È consuetudine che la stragrande maggioranza di persone che accosto mi dica di essere nel giusto, di fare il bene, di essere meglio di tanti altri… Rarissimo trovare qualcuno che riconosce il proprio male… e se un male c’è è sempre colpa di un altro che lo provoca… Quante volte Gesù ha rimproverato i giusti e apprezzato i peccatori! Eppure, tutti si fa la gara per vantare qualcosa di meglio degli altri… Cosa si può fare per cambiare la situazione? Credo proprio niente! L’unico segno è quello di Giona, ossia quello di un annuncio ai quattro venti della necessità di cambiare la vita: qualcuno ci starà e qualcuno no… è il gioco della libertà! Buona giornata