Credo sia capitato a tutti di vedere qualche documentario sugli animali e osservare come, soprattutto nei periodi degli amori, cambino di aspetto in modo tale da essere più appariscenti e visibili ai potenziali partner. Generalmente al normale e ordinario modo di presentarsi viene aggiunto qualcosa di esteriore per aumentare la spettacolarità.
Oso accostare la scena della trasfigurazione che oggi contempliamo, con le dovute accortezze, ovviamente, perché anche Gesù è nel periodo massimo dell’amore e ai discepoli desidera mostrare tutta la sua bellezza. Ma c’è una differenza sostanziale: se gli animali, di cui sopra, si Coprono quasi travestendosi e apparire diversi da quello che sono, Gesù si “spoglia”, diventano trasparente, per fa vedere quello che è, aprendo gli occhi dei discepoli alla radicalità del suo dono di sé!
«Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime»: non dobbiamo pensare ad un abbaglio, ad una luce sfolgorante che accieca i discepoli ma ad una trasparenza che mostra tutto il mistero della sua persona. Tant’è che appaiono Mosè ed Elia, immagine della Legge e dei Profeti: Gesù le impersonifica e le porta a compimento! Appare pure il Padre che parla e indica Gesù come il Figlio amato…
Pietro, Giacomo e Giovanni hanno avuto la grazia di vedere qualcosa di enorme, una visione capace di chiarire l’identità di Gesù; eppure, sono invitati a tacere: «ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto». È curiosissima questa pedagogia di Gesù: mi vengono alcune osservazioni. La prima: l’identità di una persona non la si conosce per interposta persona ma per una relazione personale. La seconda: non testimoniare sull’onda dell’entusiasmo ma solo dopo un rigoroso cammino nel deserto del discernimento. Non è questo il programma quaresimale?