UNA SAPIENZA VIVA

La nostra Diocesi è in festa: oggi celebra la nascita al cielo del suo santo e patrono Abbondio! Niente a che fare con il don Abbondio dei Promessi sposi eh… Un uomo tutto d’un pezzo, con una intelligenza sopraffina, tanto da essere incaricato dal papa di allora, Leone I, per sostenere la dottrina cattolica sulla doppia natura, umana e divina, di Gesù definita successivamente come dogma nel Concilio di Clacedonia. Il termine “patrono” ha la stessa radice verbale di “padre”: noi tutti abbiamo un padre biologico ma, insieme, anche dei padri spirituali. Nostro padre ci ha donato un patrimonio genetico e biologico ben preciso, fondamentale alla nostra presenza nel mondo… ma noi, lo sappiamo, siamo di più di un dato biologico! Abbiamo un’anima, uno spirito, una dinamica interiore, che può venire anche dal nostro padre biologico ma che, più comunemente, viene da qualcuno che con la sua vita e con le sue parole ci illumina e ci fa vedere il lato promettente della vita. Ecco: i nostri avi hanno riconosciuto la paternità della propria fede alla sapienza “di” Abbondio! Ma è proprio “di” Abbondio la sapienza che entusiasma così tanto? Le letture proprie ci illuminano: «Se il Signore, che è grande, vorrà, egli sarà ricolmato di spirito d’intelligenza: come pioggia effonderà le parole della sua sapienza». Abbondio, quindi, trasparenza della sapienza di Dio! Buona giornata

LIBERI DALLA LOGICA DEI CONSENSI

Quando leggo alcune pagine di Vangelo mi viene una voglia matta di essere un contemporaneo di Gesù: vorrei essere in diretta, sentire il tono della parlata, vedere la dinamica degli sguardi, scrutare le reazioni dei presenti, percepire le reazioni emotive… chissà che meraviglia! Penso ala pagina di oggi che racconta la lettura di Gesù del Rotolo del Libro del profeta Isaia nella sinagoga di Nazareth: trasuda una tensione, una attesa, un coacervo di reazioni che passano in breve tempo dall’accoglienza entusiasta al rifiuto categorico… Mi fanno impressione gli ultimi versetti: «tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città… Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino». Che coraggio, che determinazione, che sicurezza, che autorevolezza… Gesù non concede alcun spazio al bisogno di consenso e di approvazione: spara le sue cartucce e poi si mette in cammino: chi c’è c’è e chi non c’è avrà il tempo per convertirsi! Se penso a quante mediazioni, a quanti compromessi scendo per non perdere nessuno, per non offendere, per non ferire… Vorrei tanto che il Signore mi desse la sua nitidezza nel capire il volere di Dio e nel perseverare sempre e senza esitazione,,, Buona giornata

LA SEMPLICITA’ DEL VIVERE

Essere uomini è semplice o complicato? Sono convinto che se dovessi formulare una domanda del genere avrei la maggioranza delle risposte che andrebbero nella direzione del “complicato”… In effetti, non posso negare che il vivere sia piuttosto complesso, con tante fatiche e preoccupazioni,
con tante incognite e sorprese, con tanti dubbi e apprensioni…
Ma possiamo dire che il mondo sia stato pensato così da Dio? Io credo di no! Dio ha pensato ad una vita molto semplice: l’unica cosa richiesta – condizione per la semplicità – è la disponibilità ad amare. Gli uomini sono creati essenzialmente per amare: creati per amore sono chiamati ad amare. Punto! Niente di più e niente di meno! Proviamo a riformulare la domanda: è davvero così difficile vivere?
Tutta la complessità del vivere scaturisce dalla perversione del maligno che insinua nel cuore dell’uomo il pensiero che tutto dipende da se stesso, che tutto è nelle sue mani, che la vita va guadagnata, che dagli altri si deve stare in guardia… da qui tutta la fatica che conosciamo! La Genesi ricorda come a fronte del peccato – che non è altro che il distacco da Dio nel delirio di autonomia – ne è scaturita la fatica del lavoro.
Tutta la storia della salvezza ha lo scopo di riportare l’uomo alla comunione con Dio, a corrispondere al suo amore. I comandamenti non sono altro che il tentativo di Dio di donare all’uomo delle coordinate per ritrovare la sua pace e la sua serenità. Ed è interessante ciò che Dio raccomanda
all’uomo: «Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla». Immaginate perché? Perché se l’uomo non riesce a complicare le cose semplici, non è lui! Proviamo ad ascoltare un po’ di più il Signore!

NESSUNA PAURA DI DIO

Man mano che leggo e rileggo il Vangelo, mi accorgo sempre più che è davvero Parola di Dio: non smette di stupirmi e di suggerirmi bellezze inaudite! Chi dice di conoscer il Vangelo semplicemente perchè ne ha memorizzato i contenuti si perde tutta la vita nuova che lo Spirito Santo continuamente fa scaturire da ogni singola Parola! Il Vangelo non è la storia di Gesù ma la sua Parola che si fa viva oggi per me e per te, in questo preciso momento, con quello specifiche esperienze di gioia o di dolore che stiamo vivendo. La parabola dei talenti, famosissima, commentata in lungo e in largo, ai tempi della mia adolescenza interpretata in chiave moralistica – arrecando anche dei danni spirituali -, oggi mi pare estremamente chiara nel suo paradosso: un immagine cattiva di Dio non può che generare una vita dentro le maglie della paura! Il servo che vive una vita in ritirata, nell’ossessione di un Dio padrone – «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo» – non può che sprecare il capitale di bene di cui è dotato! Amare sprecando è meglio che vivere conservando: Dio che vive così, apprezza! Buona giornata

SEPARAZIONE

«Questa è volontà di Dio: la vostra santificazione», scrive san Paolo alla comunità cristiana di Tessalonica. Dio, il tre volte santo, desidera che gli uomini diventino santi, proprio come Lui! Il diavolo aveva insinuato ad Adamo ed Eva che Dio era geloso della sua condizione divina… in realtà, è evidente come sia vero proprio il contrario: la sua volontà è che gli uomini siano esattamente come Lui! Che cosa vuol dire “santo”? Letteralmente significa “separato”. Gli ebrei per indicare l’amore preferenziale di Dio nei loro confronti usano l’immagine della separazione: Israele è eletto rispetto a tutti gli altri popoli e per mostrare questa elezione deve avere un modo di vivere “separato” dagli altri. La separazione a noi da l’idea di snobismo, di altezzosità. In realtà, la separazione è la condizione dell’amore: si può amare solo ciò che è separato da sè, ciò che è altro da sè! Del resto: perchè da cristiani affermiamo che non c’è amore più grande di quello di Gesù? Pur essendo Dio – separato da noi – ha dato tutto se stesso per noi! Ma per darsi totalmente a noi, come dono, ha dovuto separarsi da noi rispetto al peccato… Questa separazione ha permesso a Gesù di darci davvero tutto ciò che è proprio di Dio! Come sempre, nel mondo della fede, i poli contrari coesistono: separazione e comunione. Spettacolo! Buona giornata