SANT’ABBONDIO

La Chiesa di Como oggi è in festa nel ricordo del suo patrono Sant’Abbondio. Le letture che vengono proposte nella liturgia sono quelle proprie, non quelle ordinarie. Il tema fondamentale è la sapienza. Dal libro del Siracide si leggono queste parole: «Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato; non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione». Sant’Abbondio ha avuto un compito fondamentale nella definizione del dogma dell’incarnazione: attraverso la sua fine intelligenza ha permesso una comprensione nitida del mistero di Gesù vero uomo e vero Dio. Il mondo direbbe che è stato bravo e che sapeva il fatto suo… la Chiesa ha tutt’altra visone: è Dio che è stato grande in lui! La persona di Abbondio ha importanza semplicemente in quanto si è resa disponibile all’azione dello Spirito! La Chiesa di Como riconosce come nella carne di Abbondo Dio si sia manifestato e come si manifesterà ancora nella carne di tanti suoi battezzati! Dobbiamo sentirci tutti onorati nel celebrare la santità del nostro patrono in quanto ci possiamo riconoscer in lui… Il Signore continui a donare sapienza a tutti noi per conservare integra la fede e non smarrirci dentro i vicoli ciechi dell’eresia! Buona giornata

DISCERNERE I PENSIERI

Gesù è un vero amico: sa esprimere il proprio apprezzamento verso i suoi discepoli, valorizzandoli e stimolandoli nei loro aspetti di valore, e sa dichiarare, senza peli sulla lingua, la sua disapprovazione per le loro negligenze e inettitudini. Non è un adulatore, uno che cerca a tutti i costi di fare il piacione, di ottenere consenso, disinteressandosi del destino dei suoi compagni…
Chiarissimo questo atteggiamento nei confronti di Pietro con il quale Gesù non ha mancato di dire parole di stima per aver dato ascolto alla rivelazione del Padre e subito dopo rimproverandolo per essersi messo satanicamente di traverso al suo destino di passione, morte e risurrezione: «Và dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Pietro non ha commesso un peccato materiale, non ha fatto qualcosa di platealmente sbagliato… semplicemente ha espresso il suo pensiero umano rispetto alla salvaguardia della incolumità di Gesù! Non voleva che il suo Maestro andasse a Gerusalemme dove i suoi nemici lo avrebbero certamente ammazzato.
Qui sta la malizia del diavolo: farci pensare cose apparentemente buonissime ma che non colgono la sostanza della vita come dono di sé! Salvarsi la pelle non è il criterio proprio dell’amore! È quello della natura, dell’uomo che si pensa come individuo, che non da alcun valore agli altri…
È così che san Paolo ci esorta “a offrire i nostri corpi come sacrificio vivente… a non conformarci a questo mondo e a lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare”! Il “modo di pensare” è il vero cambio di passo che ci offre la fede! Impariamo a discernere i nostri pensieri… ne vedremo
delle belle! Buona Domenica

IL CORAGGIO DI PARLARE

Mi affascina tanto san Giovanni Battista! Per la sua integrità, per la sua determinazione, per il suo coraggio, per la sua fede… mica facile! Non si può dire di certo che erano altri tempi: anche allora, se uno rompeva le scatole oltre misura al potente di turno, veniva fatto sparire senza tante manfrine! Giovanni Battista ha pagato caro la sua dedizione alla missione che gli era stata affidata, non ha fatto calcoli di interessi o di opportunità… ha preso alla lettera quanto leggiamo oggi nella prima lettura tratta dal libro del profeta Geremia: «Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro». Se mi confronto con questa obbedienza impeccabile non posso che arrossirequanti compromessi, quanti calcoli sull’opportunità, quante scuse nella valutazione dei pro e dei contro: tutto, in sintesi, per la paura folle dell’impopolarità, della marginalità, del “salvare la pelle”! Giovanni Battista non ha esitato a dire ad Erode che non era lecita la sua relazione con la moglie del fratello… provate a pensare quanto noi oggi siamo capaci di obiettare a chi prende sotto gamba il matrimonio, a chi vive nel disordine affettivo più disparato… Tutti muti, allineati, come in stand by… che vergogna… Buona giornata

PRIMA L’ANNUNCIO

«Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo»: così scrive san Paolo ai cristiani di Corinto. È interessante: la missione che Dio gli ha affidato è quella di annunciare, non quella di celebrare. È ovvio che noi crediamo che l’una non deve escludere l’altra… ma qui si parla di priorità! Senza la Parola i Sacramenti corrono fortemente il rischio di essere riti magici e non eventi di Grazia! Abbiamo di che riflettere tutti: non è forse vero che la maggior parte di chi riceve i Sacramenti è pressoché digiuno della Parola di Dio? Spesso chiedo ai genitori che vengono a chiedere il Battesimo dei loro bambini: “Ditemi un brano di Vangelo che conoscete”… nella maggior parte delle volte assito alla scena muta più radicale! Occorre rimettere in ordine i momenti della fede: prima ci deve esserci certamente l’annuncio e, solo successivamente, nella misura in cui si desidera corrispondere, la celebrazione! Qualcuno sostiene che una esagerata severità nella definizione delle condizioni che abilitano al Sacramento si rischia di perdere il consenso… Io credo proprio di no! La verità rende liberi… i sacramenti ricevuti senza adesione quali frutti hanno portato a compimento? Nulla di nulla! Ripartiamo dalla Parola! Buona giornata

VIENE IL SIGNORE

La vita è un dono prezioso! È un tempo dove siamo chiamati a sperimentare la bellezza di essere figli amati! Stupirsi di tutte le possibilità che ci sono offerte è la prima cosa importante da fare… spesso siamo così occupati dalle imprese che ci poniamo come obiettivi da realizzare da non avere più alcun moto di meraviglia per nulla… Accade che ci si accorga delle possibilità sprecate solo quando il tempo si fa breve o quando, addirittura, non c’è più… È per questo che occorre prendere molto sul serio l‘invito che Gesù ci rivolge nella pagina di Vangelo che oggi ascoltiamo nella liturgia eucaristica: «Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà». Stare svegli non è una esortazione alla paura ma alla valorizzazione di tutte le possibilità che la vita ci offre! Il Signore continuamente viene e non deve assolutamente capitare che noi non ce ne accorgiamo: perderemmo l’incontro più esaltante dell’esistenza! Sì, viene il Signore: non nella morte, come la stragrande maggioranza delle persone teme… Viene in tutte quelle situazioni felici dove la gioia, la gratitudine, la meraviglia, riempiono il nostro cuore! Quando il cuore straripa ci dobbiamo chiedere il perchè! Non è un caso… Dio ci fa visita! Buona giornata