VEDERE E SENTIRE CON IL CUORE

Che grande dono gli occhi… fin da piccoli, gli occhi riempiono di immagini belle la vita: la mamma, il papà, i fratelli, il sole, i fiori, il cielo, il mare! Tutto è stupore! Gli occhi spalancati dei bambini sono lo specchio della meraviglia… Che grande dono gli orecchi… senza parole non possiamo vivere! Le belle parole ci saziano il cuore, alimentano la fiducia, spalancano le porte alla realtà promettente della vita! Mi è capitato di vedere il video di un bambino nato sordo e che non aveva mai sentito la voce della mamma: quando, dopo un anno, gli è stato applicata la protesi e la mamma gli ha rivolto il suo saluto, che sorrisi… che gioia… che emozioni… la parola! Ma sentiamo che cosa dice Gesù oggi nel Vangelo: “Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile». Ecco cosa può capitare all’uomo in forza del peccato: si vede, si sente, ma tutto è opaco, tutto è ovattato, senza vita! Sì! Perchè il vero organo del vedere e del sentire è il cuore! Chi ha il cuore indurito rimane alla superficie, non coglie l’amore… e solo vedendo e sentendo l’amore si può vivere! Questa è la fede… Buona giornata

SENZA CALCOLI

«Ecco, il seminatore uscì a seminare». Mi lascia sempre perplesso la parabola del buon seminatore: è paradossale il suo operato… esce a seminare e, dapprima, distrattamente, perde del seme lungo la strada, poi, ne lascia cadere su un terreno sassoso, poi ancora, su un terreno pieno di rovi. Solo alla fine, una piccola parte, “cade” sul un terreno buono! Non ho mai visto un contadino così sprovveduto: la prassi usuale prevede la preparazione meticolosa del terreno affinchè sia sufficientemente arato, concimato e bagnato, per una adeguata accoglienza del seme! Il seminatore della parabola non fa calcoli, è ottimista: ha semplicemente la convinzione che il seme va gettato… il suo sviluppo non dipende da Lui! Il buon seminatore non può essere che Gesù: la sua vita l’ha donata a tutti, senza fare alcun calcolo previsionale! L’ha donata a Giuda, ai pubblicani, ai peccatori, a Giovanni, a Zaccheo, a Lazzaro, a Maria… Non ha fatto differenza di persone… confidava nell’opera del Padre! E che capolavori inaspettati… e anche che delusioni cocenti! Ma non importa… Mi chiedo come seminiamo noi nella vita… quanto riusciamo ad essere gratuiti? Ho l’impressione che se non abbiamo delle garanzie di una riuscita siamo piuttosto restii… Abbondiamo! Non mancheranno le sorprese! Buona giornata

LA VERGA DI DIO

Israele ha peccato. Ha subito una grave deportazione. Riconosce che tutto è avvenuto a causa della sua condotta infedele ai comandi di Dio. Ha percorso strade sbagliate e si è perso: senza il Signore non sa rimanere nella vita della santità! Proprio in forza di queste considerazioni il profeta Michea rivolge questa esortazione a Dio: «Pasci il tuo popolo con la tua verga». Sì: il gregge di Dio ha bisogno di essere condotto, anche con la forza! Non ha paura delle esigenze del pastore: sa che, alla fine, non gli possono che portare beneficio! Viviamo in un contesto culturale dove, giustamente, i modi forti e violenti sono stati banditi dall’educazione… forse, però, è stato bandito anche il dovere di educare! Pochi sanno assumersi la responsabilità di indicare con vigore e con decisione la rotta della giustizia! È bello che nella Chiesa è rimasto un richiamo alla verga del buon pastore: il pastorale che il Vescovo ha tra le mani ogni volta che celebra ha proprio questo significato, custodire il gregge! Se notate il pastorale ha una parte che richiama chiaramente un bastone ma anche una parte, quella superiore, che è curva: custodire il gregge è tenerlo a bada con vigore ma anche agganciarlo e riportarlo all’ovile con tenerezza quando si disperde! Lasciamoci condurre senza timore…  Buona giornata

IMPARARE A FARE IL BENE UN PO’ PER VOLTA

Quando i bambini mi confessano di disobbedire al papà e alla mamma, provocatoriamente chiedo sempre: “Ma da ora in poi non disobbedirai più, vero?”. Mi guardano con occhi straniti e non sanno mai che cosa rispondere: se dicono di sì, sanno di mentire… se dicono no, riconoscono che la confessione non è valida… quindi? Rompo io l’imbarazzo e spiego loro che disobbediranno ancora tante volte, purtroppo! E qualsiasi promessa di cambiamento radicale finirà con un tradimento plateale… che cosa fare? Niente di particolare: dico loro ” Se disobbedisci, il giorno dopo, proprio perchè pentito, fai qualcosa di bello e di buono senza che i tuoi genitori te lo richiedano…semplicemente per sperimentare che è bello fare cose buone e vedere i tuoi genitori contenti della tua capacità di fare il bene”. Serve a poco chiedere scusa o portare un fiore per addolcire la pillola… occorrono atti di conversione! Ecco: il profeta Miche spiega questa cosa a Israele: «Con che cosa mi presenterò al Signore? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio». Credo riusciamo tutti a capire quanto sia vero… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Caudio improvvisamente chiamato al passo oltre la vita

DARE SPAZIO A DIO

Sara ed Abramo sono chiusi nella loro tenda, intrisi di vergogna e dolore: sono ormai vecchi e l’altisonante promessa di Dio di una generazione numerosa sembra ormai impossibile… Quante volte anche noi facciamo questa esperienza: coltiviamo speranze, sogni, desideri e poi ci scontriamo con un destino avverso… capita di chiudersi e annichilirsi senza più slanci nè prospettive! Abramo ha un briciolo di coraggio e si mette sulla porta della tenda: forse attende ancora qualcosa, Qualcuno… e nell’ora più impensabile del giorno, a mezzogiorno quando il sole è implacabile nel suo calore e tutto è assopito nella siesta, ecco la visita di Dio! L’impossibile dell’uomo non è impossibile per Dio! Guai credersi unici protagonisti della storia, quasi tutto dipendesse solo ed esclusivamente da noi: ci precluderemmo soprese davvero impressionanti… Prorpio questo è il difetto stigmatizzato da Gesù in Marta, preoccupata e affannata da mille faccende! Sembra che se non fa tutto lei il mondo non va avanti! Anzi, se la prende con la sorella che ha dato la priorità all’ascolto del Signore, perchè anche lei non si mette al lavoro… Gesù aiuta a porre le giuste priorità: non significa non darsi da fare ma non darsi da fare da soli! Sempre dentro una autoreferenzialità assurda… Buona domenica