DARE LA VITA

Da cristiani corriamo il rischio di sentirci “di fronte” al mondo come se fossimo altro… in realtà siamo “nel” mondo seppure non “del” mondo! Nel mondo siamo uomini come gli altri ed è bene che ci sentiamo solidali con tutti, senza innalzare barricate e difese. Il mondo è il luogo dove siamo chiamati a dare la vita, con gioia, come seme che muore per portare frutto. Il seme non cerca il terreno ideale: dove il contadino lo getta cerca di attecchire come meglio può. Dove siamo è il terreno dove lasciarci interrare, è il luogo della nostra santificazione. Il seme è destinato a morire per dare frutto, non deve cercare di evitare a tutti i costi il sacrificio… Gesù spiega ai suoi discepoli: «Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi». Non ci sono argomenti validi per sfuggire al dono della vita! Il mondo non capisce e non capirà: il destino di chi si mette alla sequela di Gesù è il rifiuto! Non occorre fare le vittime! Anzi: il martirio offre l’occasione per dire, concretamente con la vita, le ragioni della nostra speranza! Nessuna spiegazione dice quanto il silenzio di chi muore per amore… Buona giornata

SALVATI GRATUITAMENTE

Sappiamo come per secoli cattolici e protestanti hanno combattuto per sostenere gli uni il primato delle opere e gli altri il primato della fede. Chi aveva ragione? Come sempre, ogni estremismo non tiene e cozza con la verità della fede che è molto più complesso di quanto la nostra mente possa definire… Tra l’altro: nel Nuovo Testamento troviamo san Giacomo che sottolinea l’importanza delle opere e san Paolo che sottolinea l’importanza della fede. Queste due prospettive devono assolutamente andare insieme per evitare da una parte la presunzione di salvarsi con i propri meriti e dall’altra il lassismo per cui tutto è solo grazia. Resta vero che in questi ultimi anni la teologia cattolica ha riconosciuto unanimemente la centralità della dottrina della giustificazione dove la salvezza è riconosciuta come dono gratuito e grazioso di Dio, indipendentemente dalle opere, in base a quello che afferma san Paolo: «Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia». Qualcuno obbietta: ma se Dio ci salva a prescindere, cosa serve essere buoni? La risposta è: perchè è bello! Mi viene da fare questo paragone: un amico mi ha detto che gli hanno proposto di anticipare la pensione senza perdere alcun vantaggio… lui ha declinato! Perchè? Perchè lavorare è più bello che non lavorare, è più realizzante, fa sentire il gusto del proprio valore… può starci? Buona giornata

RICONOSCENZA SUBITO

Qualcuno mi dice che sono troppo duro, che sono esigente, che sono troppo rigido, che incuto timore… davvero, non vorrei apparire così! Il Vangelo è Buona notizia, è annuncio di salvezza e di risurrezione: questo vorrei che, anzitutto, passasse dalle mie parole e dalla mia vita! Tuttavia, non lo nascondo, il Vangelo spesso mi inquieta, mi provoca, mi invita a prendere sul serio la Parola di Gesù… una Parola che non è sempre consolatoria ma. piuttosto, esigente. Oggi, ad esempio, come si fa a rimanere impassibili e indifferenti a una provocazione del genere: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi». Come si fa a non esaminare la coscienza e trovare tutta la drammaticità del nostro peccato! Non siamo diversi dai farisei… non è forse così il nostro atteggiamento verso i santi e verso le persone che fanno del bene? Prima li passiamo sulla graticola e, poi, una volta cotti, gli facciamo una bella targhetta commemorativa per tacitare la coscienza e andare avanti come prima! Anche più terra a terra: con i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri benefattori… prima gli diciamo peste e corna e poi li rimpiangiamo! Forse è meglio che ribaltiamo un po’ le cose, no? Buona giornata

IL GIUDIZIO SU DI SÈ

«Guai a voi, farisei… Guai a voi, dottori della Legge...», dice Gesù nel Vangelo di oggi. Ci sono dei biblisti che preferiscono tradurre al posto di «guai» “ahimè per voi”, dove emerge più che un giudizio un dispiacere, un rammarico. Gesù richiama chiunque si colloca sopra gli altri per riportare tutti alla condizione della propria verità: prima di giudicare occorre considerare le proprie mancanze. Gesù non giudica ma mette in risalto l’assurdità di chi giudica. San Paolo ha capito la lezione e nella sua Lettera ai Romani scrive: «Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso». È inevitabile per l’uomo giudicare… di fronte a ciò che accade ognuno di noi avverte delle sensazioni e reagisce. Gesù ci esorta a prendere quel giudizio e calarlo prima di tutto su di noi! Questo è un esercizio molto salutare: quando giudichiamo una persona chiederci perchè giudichiamo, perchè ci provoca una contrarietà, dove porta quel giudizio, a chi giova… ci accorgeremo che quel giudizio novantanove volte su cento è un tentativo per togliere l’attenzione da noi stessi e giustificare qualche nostra falla… Questo non vuol dire che ci dobbiamo disinteressare di tutto! Ma, anzitutto, occuparci di noi… Buona giornata

DIO NON È UN’IDEA

Di Dio bisogna avere un grande timore. Attenzione: non scambiamo il timore con la paura! Il timore ha a che fare con il rispetto, con la dimensione del mistero. Significa che di Dio non si può parlare come di un argomento o di una cosa… non ha senso chiacchierare su Dio! San Paolo scrive un versetto assolutamente inequivocabile nella sua lettera ai Romani: «si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata». I ragionamenti su Dio portano molto lontano, evadono la realtà, sono vere e proprie distrazioni! Dio va guardato – contemplato -, toccato, ascoltato, annusato… di Dio noi viviamo! Come il pesce vive nell’acqua così noi viviamo in Dio! Tant’è che Dio non si è fatto pensiero ma si è fatto carne, cioè ha preso le nostre sembianze, ha vissuto la nostra stessa esistenza. Significa che tutto ciò che viviamo ha a che fare con Lui, niente è estraneo a Lui! Non c’è niente di ciò che ci accade che non serve alla nostra salvezza! Il pensiero ci estrania, ci esilia, ci porta fuori dal mondo di Dio perchè il suo mondo è la realtà, non le idee! Stiamo attenti a inseguire filosofie di pensiero o religioni dove tutto è complicato e complesso: Dio è semplice… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Anna che torna al Padre sazia di giorni