E LUCE FU

Iniziamo oggi la novena! È un momento sentito di preghiera! Il cuore ha bisogno di scaldarsi nell’attesa, desiderando il Desiderato! Sono belle le sorprese ma se ci trovano totalmente impreparati possono risultare imbarazzanti… La Chiesa ha imparato a sollecitare i sensi perchè ogni via sia aperta ad accogliere la visita del Signore. Si fanno nove giorni perchè negli Atti degli Apostoli si ricorda che gli apostoli e Maria, dopo l’ascensione di Gesù, stavano in preghiera in attesa dello Spirito Santo: al decimo giorno scese su di loro! Siamo la Chiesa di oggi ma con la ricchezza dell’esperienza orante di santi nel corso di due millenni! La Novena di Natale è caratterizzata dal segno della luce: nel buio della nostra vita il Signore non smette di accendere la speranza: in questo primo giorno leggeremo il brano della creazione nei suoi primissimi versetti. «Dio disse: Sia la Luce! E luce fu». L’inizio della vita è detto “venire alla luce”. Quando le cose si vedono e si ammirano nella loro bellezza? Quando sono illuminate! Se non c’è luce, anche ciò che esiste sembra non esistere! Ed è bello notare che la luce di cui qui si parla non è il sole! Esso appare solo il quarto giorno… di che Luce si tratta? Immaginiamo… Buona giornata

SOLO AMORE

Dio ha parlato così a Isaia: «Io sono il Signore, non ce n’è altri. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura». Mi lasciano un po’ perplesso queste dichiarazioni: sembra che Dio faccia il male… In realtà, non è proprio così! Dio è libero e, nella sua onnipotenza, conosce sia la luce che le tenebre, così come il bene e la sciagura. Tuttavia, nella sua divinità non c’è spazio alcuno per l’opzione negativa! Tant’è che subito dopo precisa: «Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n’è altri. Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la giustizia, una parola che non torna indietro». La salvezza è l’unica ragion d’essere di Dio! È una decisione irrevocabile! Non ci sono ragioni di alcun genere che possano orientare Dio ad una scelta di male nei confronti dell’umanità! Tutte queste cose le possiamo sostenere sulla scorta della testimonianza resa da Gesù: mai, in nessuna occasione, ha usato parole o ha compiuto azioni repressive! Sempre e solo amore sulle sue labbra e nelle sue mani! Il Natale è una festa di gioia perchè proprio questo Dio viene a farci visita! Che dono incommensurabile! Buona giornata

UOMINI SI DIVENTA

L’idea che abbiamo della vita buona ha un po’ del fantasioso, del mitologico: ci si immagina l’uomo perfetto che, per imprudenza, cade… A seguire, la riparazione nel pentimento e nell’emendamento con relativo proposito a non cadere più! L’immagine che emerge dalla Scrittura, in realtà, è molto lontana da questa visone: l’umano è il frutto di scelte che di volta in volta compie nel tentativo di rispondere alla chiamata alla salvezza da parte di Dio. Significa che non esiste l’uomo compiuto e l’uomo incompiuto: esiste l’uomo che, giorno dopo giorno, in base alla e scelte che compie realizza o meno “l’immagine  e somiglianza con Dio”! Dentro questa prospettiva sono comprensibili le parole di Gesù che ascoltiamo nel Vangelo della liturgia odierna: «Un uomo disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”». Capita che a Dio si dica di no! Occorre prenderne coscienza! Chi pensa sempre di essere buono e giusto è probabile che non presti alcuna attenzione alle domande di Dio ma faccia regolarmente di testa propria… Siamo disobbedienti! Dio non si arrabbia per questo… la sua ira si accende nel momento in cui facciamo finta di obbedire mentre illudiamo noi stessi! Pericolo quanto mai frequente… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Reginaldo che si appresta a varcare la soglia della casa del Padre

L’AUTORITÀ NON È SORPASSATA

«Gli anziani del popolo dissero: “Con quale autorità fai queste cose?”». Parafrasando: “Chi credi di essere?”. Quante volte ce lo siamo sentiti dire… chiunque eserciti una qualche autorità, prima o poi, si scontra con questa obiezione. In sostanza, nessuno accetta un’autorità superiore a sè… l’ideologia che va per la maggiore è che tutti siamo sullo stesso piano e a nessuno può essere attribuita una autorità particolare. A meno che, soggettivamente, gliela si riconosca! Cioè: l’autorità è quella che piace, che si giudica degna, che riesce ad avere consenso. Così avviene che l’autorevolezza sia una conquista più che un dato. È innegabile che c’è del bello e del vero in questa direzione: autorità che fanno valere le proprie ragioni a partire dal ruolo e non da una testimonianza di vita, effettivamente faticano ad essere credibili… Tuttavia, la messa in discussione radicale di ogni ruolo autoritativo è pure molto pericoloso perchè fa andare tutto verso una deriva autoreferenziale! Gesù diceva sull’autorità: “fate ciò che dicono ma non fate ciò che fanno!”. Le parole hanno un peso differente in base a chi le pronuncia: questo è il riconoscimento dell’autorità! Che siano medici, che siano professori, che siano preti, che siano politici, che siano scienziati, che siano artisti, occorre riconoscere l’autorità che hanno! Altrimenti siamo pecore senza pastore… e non possiamo che cadere nel burrone del relativismo! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Luciano che ha terminato la sua corsa e ora si presenta al giudizio della misericordia

SIATE LIETI

«Siate sempre lieti nel Signore». “Ha un bel dire san Paolo! Se sapesse in quali condizioni viviamo, capirebbe benissimo che proprio non è possibile!”, credo sia questo quanto direbbe, mediamente, chiunque venisse intervistato in questi giorni… eppure, la liturgia, alla fine di queste parole proclama “Parola di Dio”. Si tratta di una esortazione valida sempre, ieri come oggi.

Essere lieti non significa essere allegri e nemmeno contenti! Essere lieti significa, letteralmente, essere fertili. Vuol dire che è lieto chi riconosce che ogni situazione è foriera di nuova vita. È lieto chi sa riconoscere il positivo in ogni cosa così da vivere nella serenità e nella pace del cuore.

San Paolo precisa “nel Signore”. Giustamente, sarebbe da ingenui credere che le cose si mettano per il giusto verso in maniera fortunosa… è “nel Signore” che fa nuove tutte le cose che è possibile intravedere volgere al bene tutto quanto capita, convinti che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio».

Oltre ad essere lieti, san Paolo esorta: «in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti». Essere lieti è possibile dentro un rapporto costante con il Signore. In ogni circostanza, in ogni situazione, bella o brutta, è possibile conservare la lietezza mettendo tutto nelle mani di «Colui che tutto opera efficacemente».

Mi piace sottolineare come san Paolo inviti a rivolgerci al Signore non solo con “suppliche” ma anche con “ringraziamenti”! Chi di noi nella prova è capace di pregare ringraziando? Non è forse un costante piagnisteo? Chi è lieto ringrazia sempre, anche nei passaggi bui della vita, perché tutto attende dal Signore!

Viene il Signore! Siate lieti, allora!