«Siate sempre lieti nel Signore». “Ha un bel dire san Paolo! Se sapesse in quali condizioni viviamo, capirebbe benissimo che proprio non è possibile!”, credo sia questo quanto direbbe, mediamente, chiunque venisse intervistato in questi giorni… eppure, la liturgia, alla fine di queste parole proclama “Parola di Dio”. Si tratta di una esortazione valida sempre, ieri come oggi.

Essere lieti non significa essere allegri e nemmeno contenti! Essere lieti significa, letteralmente, essere fertili. Vuol dire che è lieto chi riconosce che ogni situazione è foriera di nuova vita. È lieto chi sa riconoscere il positivo in ogni cosa così da vivere nella serenità e nella pace del cuore.

San Paolo precisa “nel Signore”. Giustamente, sarebbe da ingenui credere che le cose si mettano per il giusto verso in maniera fortunosa… è “nel Signore” che fa nuove tutte le cose che è possibile intravedere volgere al bene tutto quanto capita, convinti che «tutto concorre al bene per coloro che amano Dio».

Oltre ad essere lieti, san Paolo esorta: «in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti». Essere lieti è possibile dentro un rapporto costante con il Signore. In ogni circostanza, in ogni situazione, bella o brutta, è possibile conservare la lietezza mettendo tutto nelle mani di «Colui che tutto opera efficacemente».

Mi piace sottolineare come san Paolo inviti a rivolgerci al Signore non solo con “suppliche” ma anche con “ringraziamenti”! Chi di noi nella prova è capace di pregare ringraziando? Non è forse un costante piagnisteo? Chi è lieto ringrazia sempre, anche nei passaggi bui della vita, perché tutto attende dal Signore!

Viene il Signore! Siate lieti, allora!