IL VANGELO: VINCOLANTE NELLA FEDE

Gesù si trasfigura davanti ai suoi tre discepoli prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni, e chiede loro di non raccontare nulla ad altri finchè non fosse risorto dai morti. L’evangelista Marco precisa: “essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti”. Mi piace questo rimanere dei discepoli sulle parole di Gesù… un po’ come Maria che teneva le cose nel suo cuore, custodendole nel segreto. Non si capisce tutto e subito nell’ambito della fede: occorrono molta pazienza e preghiera. L’importante è partire sempre dalle SUE parole e non dai nostri pensieri personali! Troppo ci arrovelliamo in pensieri astratti che partono da nostre suggestioni estemporanee che lasciano il tempo che trovano… Se Gesù dice che si risorge da morte è corretto che nel nostro cuore e nella nostra testa ci chiediamo come possa avvenire… Scorretto, invece, mettere in dubbio tale parola a partire da una propria aprioristica presa di posizione! Mi capita di parlare con persone che pretendono di disquisire sulla fede a partire dal proprio punto di vista: se così dovesse essere non c’è più criterio teologico ma solo illazioni soggettive…  In questa maniera non si va da nessuna parte: non c’è più riferimento veritativo chiaro e definito… La Parola di Gesù è e non può che essere vincolante per ogni ragionamento sulla fede! Buona giornata

IL MINISTERO DELLA GIOIA

“Pascete il gregge di Dio che vi è affidato non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge”. Sono parole di Pietro, il discepolo incaricato da Gesù per essere la pietra fondamentale su cui edificare la Chiesa. Pietro ha ben chiaro che il compito di ogni vocazione non è quello di imporre il proprio pensiero, la propria egemonia, il proprio potere – seppure con tutti i più buoni propositi – ma offrire con il proprio stile di vita una possibilità autentica della gioia! Mi piace notare come Papa Francesco nei suoi interventi magisteriali abbia sempre sottolineato il carattere vincolante della gioia nella testimonianza cristiana: a partire dalla Evangelii gaudium e dell’Amoris laetitiae e, infine, la Guadete et esultate. Sempre si parla di gioia! La fede non può e non deve essere un esercizio di buona volontà ma la grazia di una gioia sorpendente che contagia chiunque ci avvicina. Ci dobbiamo chiedere tutti noi credenti quanto la gioia sia visibile nelle nostre parole e nei nostri volti… soprattutto noi preti abbiamo il dovere di chiederci sempre le motivazioni profonde che sottendono al nostro ministero pastorale: troppo spesso accade di trovare preti tristi e arrabbiati… Non c’è forse ancora troppo protagonismo? Chiediamocelo… Buona giornata

LA FEDE: UN GRANDE DONO

Gesù chiede ai suoi discepoli chi sia per loro. Pietro, il solito temerario, la spara “Tu sei il Cristo” e la indovina. Gesù non permette che Pietro si inorgoglisca oltremodo: l’intuizione della fede non è mai frutto di una intelligenza umana ma di una grazia che viene dall’alto! Questa verità è preziosa anche per noi: se abbiamo un po’ di fede non ci venga in mente di vantarci come se fosse nostra conquista… è una grazia immensa che ci è stata accordata! Chi ascolta dall’esterno un credente parlare non può capire il suo linguaggio. Tant’è che Gesù, subito dopo che Pietro ha dichiarato la sua fede e gli altri apostoli dopo di lui, dice il Vangelo: “ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno”. La fede non va brandita come se fosse un trofeo personale per definire una propria differenziazione da chi non crede! La fede autentica è sempre discreta… si propone… lascia il tempo necessario perchè ognuno possa fare i passaggi necessari di apertura alla grazia. A volte mi capita di ascoltare testimonianze così perentorie e apodittiche da lasciarmi basito: la fede è una e non si può pensare che possa avere contenuti diversi ma le vie attraverso le quali Dio entra nella vita degli uomini, dobbiamo riconoscere, sono diversissime! Lasciamo Un po’ più di spazio a Lui… Buona giornata

IL DILUVIO CONTRO IL MALE

Leggere il racconto del diluvio universale lascia sempre un po’ pensosi. Può il Dio-amore creare e poi distruggere le sue creature? È chiaro che non possiamo leggere alla lettera queste pagine della Scrittura: non lo fanno gli Ebrei perchè possiedono il gusto simbolico di queste immagini non lo possiamo fare noi perchè non possiamo più leggere la Scrittura a prescindere da Cristo. I nostri padri nella fede che avevano una sapienza evangelica più spiccata della nostra hanno visto nella pagina del diluvio il senso del battesimo. L’acqua che disturgge in Cristo fa rinascere. Gesù è Noè che carica sull’arca della Chiesa tutti coloro che si sono sottratti al diluvio del peccato. C’è pure l’immagine della colomba che Noè invia dall’Arca per indagare se le acque si sono ritirate… è la stessa colomba che si posa su Gesù nel battesimo indicando con chiarezza che in Lui la potenza devastante del peccato non può più nulla. È bellissima questa prospettiva: ci mostra come la chiave di lettura di ogni opera divina è sempre sostenuta dalla misericordia! Se Dio agisce contro qualcuno non lo fa mai contro l’uomo ma sempre e solo contro il male… Non stanchiamoci mai di sperare nel Signore! Buona giornata

OLTRE LA PREOCCUPAZIONE

“Quelli discutevano fra loro perché non avevano pane”. I discepoli di Gesù hanno fatto esperienza dei miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci, eppure sono ancora preoccupati perchè non possiedono pane… L’impressione è che la loro speranza fosse quella di aver raggiunto una fama tale da poter vivere di rendita: quello che Gesù chiama “il lievito dei farisei”. Ossia l’utilizzo della fede per scopi personali… tant’è che i farisei venivano onorati dagli uomini, riempiti di inchini e di rispetto. Per i discepoli di Gesù il proprio io non deve più contare! La conservazione della propria vita è stoltezza! Gesù desidera insegnare loro che i pani non contano, non salvano dalla morte, senza il Pane della vita! Chi ha Gesù rende eterna la vita. Con Gesù si moltiplicano le possibilità: è Lui a preoccuparsi perchè ai suoi discepoli non manchi il necessario per compiere la loro missione. Il rimprovero di Gesù è quantomai attuale: non siamo anche noi preoccupati oltremodo della nostra conservazione, del nostro star bene? Fatichiamo a fidarci di Gesù… non chiediamo a Lui! Non dipendiamo da Lui e ci arrangiamo… affannandoci inevitabilmente! Questo non significa totale passività ma operosità nella certezza che sarà Gesù a moltiplicare tutto secondo il meglio. Buona giornata