Gesù si trasfigura davanti ai suoi tre discepoli prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni, e chiede loro di non raccontare nulla ad altri finchè non fosse risorto dai morti. L’evangelista Marco precisa: “essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti”. Mi piace questo rimanere dei discepoli sulle parole di Gesù… un po’ come Maria che teneva le cose nel suo cuore, custodendole nel segreto. Non si capisce tutto e subito nell’ambito della fede: occorrono molta pazienza e preghiera. L’importante è partire sempre dalle SUE parole e non dai nostri pensieri personali! Troppo ci arrovelliamo in pensieri astratti che partono da nostre suggestioni estemporanee che lasciano il tempo che trovano… Se Gesù dice che si risorge da morte è corretto che nel nostro cuore e nella nostra testa ci chiediamo come possa avvenire… Scorretto, invece, mettere in dubbio tale parola a partire da una propria aprioristica presa di posizione! Mi capita di parlare con persone che pretendono di disquisire sulla fede a partire dal proprio punto di vista: se così dovesse essere non c’è più criterio teologico ma solo illazioni soggettive…  In questa maniera non si va da nessuna parte: non c’è più riferimento veritativo chiaro e definito… La Parola di Gesù è e non può che essere vincolante per ogni ragionamento sulla fede! Buona giornata