ESSERE SERVI

C’è poco da fare: essere cristiani vuol dire essere di Cristo! Vuol dire cedere a Cristo la nostra vita! Come in un matrimonio l’uomo e la donna si cedono la vita a vicenda e diventano una sola carne, così il discepolo e Cristo! Quando ero adolescente, in Seminario, leggevo spesso questa preghiera di Charles de Foucauld: “Padre mio, io mi abbandono a te. Fa’ di me quello che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me”. Non si può essere cristiani scegliendo che cosa prendere e cosa rifiutare delle esigenze evangeliche! Sono troppi quelli che si definiscono “cristiani maturi” arrogandosi l’autonomia del discernimento… Nel Vangelo di oggi è chiaro il monito di Gesù: «Un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica». Siamo servi, siamo inviati… dipendiamo da Lui! Se no facciamo quello che Lui ci dice non saremo mai beati… Non ci deve spaventare la parola “servo”… è quella che si è riservata per sé Gesù… più degna di così! Buona giornata

ESSERE QUELLO CHE SIAMO

Che cos’è l’umiltà? È l’atteggiamento di chi si schermisce e si mette sempre in ultima fila? Di chi si commisera e si ritiene lo scarto del mondo? Direi proprio di no! L’umiltà è, piuttosto, la giusta considerazione di sé! È il riconoscersi ricchi di doni e insieme pieni di difetti… È l’avere coscienza che da soli non si può arrivare da nessuna parte! È l’affermazione del bisogno degli altri… e soprattutto dell’Altro! Il nemico gonfia l’uomo, lo fa credere un immortale, un individuo totipotente… per poi trascinarlo nel baratro del proprio fallimento! Non per nulla San Pietro ricorda ai suoi lettori: «Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta». Che cosa dice, in sostanza: Gesù non vi illude, vi fa prendere coscienza di quello che siete attraverso la disillusione della sofferenza e poi vi risolleva e vi fa sentire tutta la sua forza salvante! Ogni risurrezione passa dalla croce… L’umile ha sempre la chance della pienezza… l’orgoglio ha sempre e solo l’ansia della caduta! L’umile cammina nella speranza di avanzare, l’orgoglioso cammina nella paura di retrocedere… Nel momento in cui si perde il senso dell’umiltà ci si allontana dalla verità della vita… e dalla sua bellezza! Buona giornata

ESSERE CRISTIANI

Crediamo ancora nella potenza della Parola? Crediamo ancora che il vangelo è bello e affascina chi lo ascolta? Crediamo ancora che nel mondo contemporaneo la fede dia un valore aggiunto alla vita dell’uomo? Credere non significa chiudere gli occhi e sperare che quello che si pensa sia vero a prescindere! Credere significa aver visto in noi l’opera della Grazia e intravederla anche nei fratelli che incontriamo nella quotidianità! I cristiani della prima ora furono così efficaci nella testimonianza non perché avessero argomentazioni persuasive e inconfutabili ma perché mostravano nel loro modo di vivere la gioia di un incontro che li aveva ribaltati e salvati! Per me è sempre emozionante leggere negli Atti degli apostoli il momento in cui la comunità dei credenti è stata definita da chi li guardava dall’esterno come “cristiana”: «Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani». I credenti non avevano una fede indistinta! Dobbiamo pensare che a quel tempo tutti credevano, tutti avevano una fede… Il fatto che il loro credere sia stato riconosciuto convergente al pensiero di Cristo è semplicemente meraviglioso! Mi chiedo: chi vede le nostre comunità, chi incontra i battezzati, può riconoscere la forma del Vangelo di Cristo? A volte mi assalgono dubbi feroci… Buona giornata

NON UN PASTORE DI PAROLE MA DI FATTI

Una pecora non sa se il suo pastore le dà il meglio possibile o si accontenta del minimo indispensabile… Se una pecora sta sempre in un determinato ovile mai sarà in grado di giudicare quanto sia attrattivo o meno un altro ovile! Se il pastore è un mercenario e non gli importa delle pecore la vita  delle pecore sarà certamente grama ma esse riterranno sempre giustificabile quel trattamento nei loro confronti! A Gesù non è sufficiente chiamare le pecore perché vadano con Lui! Scrive l’evangelista Giovanni: «Quando il pastore ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce». Mi colpisce quel “spingere fuori”: L’opera di liberazione di Gesù è talmente radicale che non è sufficiente la voce! È necessaria l’azione di Gesù! La pecore vanno forzate per entrare nella vita vera! È interessante la scelta di proporre se stesso come punto di riferimento costante! Gesù è il timone! Gesù è la guida! Certo è che va riconosciuta… Chi non sceglie Gesù come punto di riferimento non potrà mai dirsi capace di seguirlo! La vita di fede è questione di cuore: se non ci si commuove non abbiamo conosciuto Gesù! Buona giornata

IL PASTORE E LE PECORE SI CONOSCONO

Gesù si identifica con il pastore delle pecore. È una immagine che per la nostra cultura post contadina risulta non facilmente leggibile… Di fatto non esistono più i pastori di un tempo, quelli che avevano un gregge ben definito, numericamente ridotto, con una conoscenza specifica di ogni pecora… oggi abbiamo pastori con greggi infiniti… dove le singole pecore non contano… È la massificazione che si allarga a macchia d’olio e coinvolge ogni genere di realtà: uomini, animali e cose! Ebbene: Gesù ha in mente un altro mondo: si tratta di un mondo dove ogni volto conta! Dove la relazione è il fondamento di tutto! il vangelo di Giovanni sottolinea: «Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me». Il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli funziona perché Lui conosce i discepoli e i discepoli conoscono Lui! la reciprocità è necessaria! Non esiste un rapporto a senso unico! Possiamo dire che Gesù è il nostro pastore? Lo conosciamo? Ci sentiamo conosciuti? Che cosa pensiamo Gesù pensa di noi? Il suo pensiero è davvero il suo o è il nostro proiettato su di Lui? Non possiamo evadere queste domande: da queste dipende la pace e la gioia del pascolo! Buona domenica