QUESTIONE DI TEMPO

«Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete». Gesù pronuncia queste parole prima di andare a morire in croce. Ovviamente i discepoli non capiscono e si interrogano sul senso di questa parole. Per noi è tutto chiaro: prima muore e poi risorge… ma proviamo a metterci nei panni dei discepoli, non è difficile! Non è difficile perchè, paradossalmente, siamo nella medesima situazione: siamo in un tempo in cui non lo vediamo però, fra non molto, lo rivedremo! Che sentimenti abbiamo al riguardo? Ci cediamo? Viviamo con questa certezza? C’è nel nostro cuore la professione della fede che ci attesta che “di nuovo verrà nella gloria”? L’assenza che sperimentiamo di Gesù non è parificabile all’assenza degli alieni… cioè di una realtà che nessuno ha mai visto e che si può suppore ci possa essere! L’assenza di Gesù è quella di uno che abbiamo visto, ascoltato, seguito e amato e che ora ha anticipato il nostro destino! Il nostro tempo, pertanto, si connota come uno spazio nel quale ci prepariamo a questo incontro! Non abbiamo il compito di cercarlo ma di aspettarlo, pronti, con le lampade accese e i cuori carichi di amore donato! Gesù salito al cielo tornerà… sicuramente! Buona giornata

 

DAL “CREDO IN” AL “CREDO CHE”

Gesù è il compimento della rivelazione: tutto quanto il Padre desiderava far conoscere all’uomo l’ha raccontato nel Figlio suo diletto. Tuttavia, domani ascolteremo queste parole dal Vangelo di Giovanni: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità». Significa che la rivelazione, benchè sia conclusa, non è ancora tutta compresa ed assimilata. Voi sapete che noi cristiani proclamiamo ogni domenica quella che è chiamata la “Professione di fede”, il Credo: è la sinesi di ciò che la Chiesa ha compreso del mistero di Dio, attraverso l’annuncio di Gesù. Attenzione, però: noi diciamo “Credo in Dio Padre… credo in Gesù Cristo.. credo nello Spirito santo…”. Giustissimo! Il passaggio ad una fede adulta, però, deve necessariamente arrivare a farci esprimere così: “Credo che Dio è Padre…”! Che cosa significa? Un semplice esempio: quando due si sposano è come se si dicessero “Credo in te!”, il loro amore è un atto di fiducia nell’altro: si è intravista una bellezza e la si è accolta. Nella maturità è auspicabile che il “credo in te” si tramuti in “Credo che tu sei”! Ossia: dalla vita con te ho capito, ho sperimentato, ho gustato ciò che affermo di te! Ecco l’opera dello Spirito: rendere tangibile la fede proclamata con le parole! Ne abbiamo bisogno… Buona giornata

METTERSI DA PARTE

Una buona norma di saggezza vorrebbe che non si parlasse della propria esperienza se non dopo gli ottant’anni di vita: prima si è ancora troppo immaturi per una giudizio soppesato della realtà… però, voglio fare una eccezione ed esprimere una considerazione autobiografica. Sono entrato in Seminario a undici anni: ero ancora un bambino… guardo i ragazzi che finiscono la quinta elementare oggi e mi chiedo come abbia potuto lasciare casa e partire. Ma ancora più mi interrogano i miei genitori: come hanno fatto a lasciarmi andare senza obiezioni, avvallando la mia aspirazione? Guardo i genitori di oggi e osservo come sono attaccati ai loro figli, come li assistano in tutto, come dettino l’agenda dei loro impegni, riducendo al minimo l’autonomia della loro vita… Perchè tutto questo preambolo? Per dare un criterio per interpretare queste parole di Gesù: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito». Gesù sceglie di andare, di lasciare “soli” i suoi discepoli: solo così ricevono lo Spirito e diventano capaci della stessa sua testimonianza! Far crescere gli altri esige il coraggio di staccarsi, di concedere spazi, di fidarsi dell’altro e delle sue potenzialità… Forse tutti ci dobbiamo riflettere un po’ di più si questo punto… Buona giornata

UNA CHIESA SEMPRE VIVA

Non so dire quanto durerà ancora la Chiesa così come la conosciamo… giorno per giorno vediamo come si assottigli il numero di giovani e di adulti che scelgono di condividere una vita secondo in Vangelo dentro parrocchie e movimenti… c’è come un senso di fastidio e di repulsione verso ogni realtà che abbia una fisionomia ecclesiale. Esistono, al contrario, molti giovani che sposano le cause principali del Vangelo quali la giustizia, la carità, la solidarietà, e si mettono in gioco in prima persona… l’importante è che non abbiano alcun carattere che sappia di istituzione. È un tempo  che ha queste caratteristiche e non va rifiutato… va, invece, letto e interpretato! È una “parola” preziosa che scuote le coscienze dei pastori e invita a chiedersi come mai di tanta distanza percepita dai giovani nei loro confronti. Lo scopo che i pastori si devono prefiggere non è quello di mantenere il più a lungo lo status quo ma quello di buttare all’aria tutto ciò che fa da tappo all’esperienza autentica della salvezza operata da Gesù! Non si deve aver paura: Gesù si spinge molto oltre: «viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio». L’importante è che in ogni situazione si presenti siamo pronti a dare la vita… da ogni morte, una nuova pasqua! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Giuseppina che oggi consegniamo alla terra nell’attesa della sua risurrezione

SOLO L’UOMO PREGA E AMA

Qualche giorno fa, durante la diretta del Rosario, una persona ha commentato laconicamente: “Pregare serve assolutamente a nulla! Sono i soldi che servono!”. Ha ragione questo tale? Non rispondiamo immediatamente sull’onda dell’emotività. Proviamo a pensarci: anche nel nostro cuore non c’è forse la percezione che i soldi servono e la preghiera no? Se siamo onesti, la nostra natura è fortemente tentata di ritenere più incisivi, nella soddisfazione dei bisogni primari, i soldi piuttosto che la preghiera… Per quale motivo? Perché non abbiamo fatto una significativa esperienza dell’amore di Dio! Provate a chiedere a
una mamma se sono più importanti i soldi o l’amore di un figlio? L’amore di un figlio non sazia la fame come invece sarebbero in grado di fare i soldi… tuttavia, per l’amore di un figlio una mamma sarebbe disposta a sperperare tutti i suoi beni, senza il minimo dubbio! Gesù spiega molto bene questa verità ai discepoli nella pagina di Vangelo che ascoltiamo oggi nella liturgia: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete…». Qualcuno vede e conosce e qualcuno no! Qualcuno ha la grazia di riconoscere la pienezza della gioia che viene dalla comunione con il Signore e qualcuno no! È possibile spiegare questa cosa? Io penso di no… solo testimoniarla… L’amore ricevuto sazia la fame più profonda della vita! È
l’amore che dà la gioia! È l’amore che fa vivere da uomini! Procurarsi il cibo, pensare alla conservazione della specie, difendersi dai pericoli che mettono a repentaglio la natura è propria di tutte le creature… ma solo l’uomo, immagine di Dio, ama… e prega!