Una buona norma di saggezza vorrebbe che non si parlasse della propria esperienza se non dopo gli ottant’anni di vita: prima si è ancora troppo immaturi per una giudizio soppesato della realtà… però, voglio fare una eccezione ed esprimere una considerazione autobiografica. Sono entrato in Seminario a undici anni: ero ancora un bambino… guardo i ragazzi che finiscono la quinta elementare oggi e mi chiedo come abbia potuto lasciare casa e partire. Ma ancora più mi interrogano i miei genitori: come hanno fatto a lasciarmi andare senza obiezioni, avvallando la mia aspirazione? Guardo i genitori di oggi e osservo come sono attaccati ai loro figli, come li assistano in tutto, come dettino l’agenda dei loro impegni, riducendo al minimo l’autonomia della loro vita… Perchè tutto questo preambolo? Per dare un criterio per interpretare queste parole di Gesù: «è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito». Gesù sceglie di andare, di lasciare “soli” i suoi discepoli: solo così ricevono lo Spirito e diventano capaci della stessa sua testimonianza! Far crescere gli altri esige il coraggio di staccarsi, di concedere spazi, di fidarsi dell’altro e delle sue potenzialità… Forse tutti ci dobbiamo riflettere un po’ di più si questo punto… Buona giornata