DURI DA CONVERTIRE

Molti mi dicono che questa esperienza ci cambierà molto. Ne sono convinto. Tuttavia, non sono certo che il cambiamento sarà così radicale e profondo da mutare il cuore dell’uomo al punto da redimerlo… Devo dire che stanno venendo fuori le caratteristiche migliori del nostro popolo: il personale medico, il mondo militare, il volontariato, persone comuni… il cuore di tantissimi si sta aprendo al dono in una maniera davvero commuovente! Non possiamo che ringraziare e lodarne la generosità e l’abnegazione… Ma per quanto tempo? Non voglio essere pessimista ma solo cercare un discernimento u po’ più attento. Mi pare illuminante la prima lettura che oggi ci è proposta nella liturgia dove si parla del vitello d’oro che il popolo d’Israele si è costruito dopo l’esperienza epica della liberazione dalla schiavitù d’Egitto ad opera di JWHW: «Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici». Come ha fatto Israele a dimenticare così in fretta quanto ha sofferto prima di entrare in un cammino di libertà? Come ha fatto a pervertire il cuore e inseguire vie di salvezza alternative a quella sperimentata come oggettivamente promettente? Il Signore ci apre una strada ma la perseveranza è solo un dono da chiedere e invocare costantemente! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Orazio che oggi accompagniamo alla sepoltura nell’attesa della risurrezione

LA SALVEZZA IN UN ECCOMI

Oggi ci è possibile contemplare la maniera attraverso la quale Dio entra nella storia. Non si tratta di un’eccezione ma della regola. Guardando a come Dio si è fatto carne nella storia di Maria di Nazareth ci è dato di vedere come ordinariamente Egli si muova  con l’umanità. La discrezione e la libera scelta sono le coordinate abituali dell’agire di Dio: mai Dio si imporrà con la forza, con la potenza, con l’imperio! Dio si propone e chiede il consenso della libertà… nulla può se l’uomo non gli consente di agire! L’angelo Gabriele dice a Maria: «Nulla è impossibile a Dio». Certo che sì, ma solo a partire dal sì dell’uomo! Come applicare questo criterio al momento che stiamo vivendo? Qualcuno prega chiedendo che Dio intervenga cambiano le carte in tavola e ridonando al mondo salute e benessere… Giustissimo! Ma la domanda è: che cosa facciamo noi uomini per collaborare a questo intervento? Maria ha detto sì, si è messa in gioca personalmente affinché Dio potesse compiere la sua opera di salvezza… alla stessa stregua, Dio certamente desidera corrispondere al nostro desiderio, ma noi quanto ci fidiamo di Lui e lo lasciamo agire in noi? Dio, senza l’uomo, è impotente… e viceversa… Occorre ritrovare la comunione! Buona giornata

L’ACQUA CHE SCATURISCE DAL TEMPIO

Abituati come siamo ad un linguaggio oggettivante non siamo più in grado di gustare quello simbolico. Una resa totale ad una conoscenza determinata dal semplice metodo sperimentale ci ha depauperato di un sapere più profondo, più spirituale. La lettura della visone che il profeta Ezechiele ha dell’acqua che fuoriesce dal Tempio di Gerusalemme è completamente incomprensibile ad un approccio di tipo scientifico: è un vero e proprio assurdo. Eppure, se si impara ad andare al fondo dell’intento rivelativo dell’autore sacro se ne avverte tutta la vertiginosa bellezza… Quest’acqua è l’amore di Dio! È un amore che straripa da ogni parte, a nord e a sud, a est e ad ovest: da Dio scaturisce amore per tutte le creature e dove arriva quell’amore, tutto rifiorisce ed è rigoglioso! Ma l’intuizione del Profeta che più mi fa salire il brivido alla schiena è questa: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque». L’acqua che entra nel mare da dolce diventa salata… qui no! L’acqua dolce fa diventare dolce l’acqua salata! Meraviglioso! La misericordia di Dio è proprio questa cosa: quando tocca il peccatore, pian piano lo risana, lo addolcisce, lo restituisce alla sua sorgente… Che meraviglia… Buona giornata

SIAMO VIVI

«Il funzionario del re disse a Gesù: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino». Nel leggere queste parole ho pensato a quante preghiere abbiano rivolto i famigliari delle vittime del coronavirus e non sono stati esauditi… hanno visto, giorno per giorno, aggravarsi la situazione fino alla morte del loro congiunto… cosa avranno pensato? Cosa pensiamo noi? Come vorrei che le nostre preghiere fossero esaudite alla pari di quelle del funzionario del re… Invece no! Le nostre preghiere sono più simili a quelle di Gesù nell’orto degli ulivi: «Padre, allontana da me questo calice… ma non la mia ma la tua volontà sia fatta». Sono preghiere che sembrano volare nel vento ma che hanno una risposta oltre il nostro tempo! Ciò che colpisce però del funzionario del re è che  alla e parole di Gesù non eccepisce… si mette in cammino! Mostra nella realtà dei fatti che a lui quanto Gesù gli ha promesso è più che sufficiente: Gesù non gli ha detto “vai, tranquillo, tuo figlio è guarito, non è morto”… ma “tuo figlio vive”! Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore… Crediamo noi questo? Buona giornata

LO STUPORE DI CHI VEDE

Il Vangelo parla sempre di noi. Mai leggere la Parola come se fosse un racconto del passato, un fatto semplicemente da ricordare… Ogni pagina della Scrittura dice di noi, della nostra vita, della nostra esperienza. Il miracolo del “Cieco nato” è una efficacissima parabola sul battesimo: la cecità è la condizione di chi vive schiavo del peccato e che, per grazia, Gesù guarisce per riconsegnare l’uomo ad uno sguardo nitido sulla realtà! Il battesimo è realmente una “nuova creazione”: Gesù prende del fango e lo impasta con la sua saliva, la consistenza del suo Spirito, e rifà l’uomo! L’uomo rinato dal fonte battesimale è uno che è passato da una condizione di dominio del peccato ad una di piena libertà. È bellissimo vedere come il Cieco del Vangelo non riesce a dire esattamente che cosa sia avvenuto ma di una cosa è certo: ora vede! Ora la luce entra nei suoi occhi e gli permette di vedere la realtà per quella che è! Chi incontra un cieco risanato, uno che ha incontrato sul serio Gesù, pur non conoscendolo fino in fondo, non accetta di credere all’avvenimento. Il modo di vedere di uno che è passato dalle tenebre alla luce appare impossibile! L’atteggiamento più comune è la ridicolizzazione, lo scherno: non è cattiveria ma è incapacità a vedere oltre… All’interrogatorio, quando le guide del popolo esigono spiegazioni rispetto all’accaduto, il cieco non si vanta di nulla, non arroga a sé un potere particolare, anzi, ammette molto candidamente di non capire esattamente cosa gli sia successo… constata solo che ci vede veramente! Proviamo a chiederci: siamo tutti battezzati. Ci accorgiamo di vedere le cose diversamente? Siamo alla ricerca di chi ci ha guarito? Siamo disposti ad essere tagliati fuori per testimoniare quanto il Signore ha fatto per noi?  Buona giornata