TESTIMONIANZA CREDIBILE

Ci sono fior fiore di studi sulla storicità dei testi evangelici. Storici, filologi, archeologi, teologi hanno letto e scandagliato ogni parola del Vangelo e sono convenuti su tutta una serie di punti inequivocabili circa l’autenticità degli scritti. Nonostante questo ancora si sentono persone mettere in dubbio i fatti e le parole raccontati dai vangeli… Probabilmente queste posizioni erano presenti fin dall’inizio, tanto che nel vangelo di Giovanni, negli ultimi versetti si legge: «Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera». Interessante che cosa viene detto: da una parte il discepolo garantisce rispetto a quanto ha testimoniato e dall’altra si dichiara la fiducia della comunità che attesta la credibilità del discepolo stesso! Non è sufficiente che uno racconti dei fatti, è necessario che sia coerente, abbia uno stile di vita che confermi inequivocabilmente le sue parole! Non si chiede una coerenza morale ma esistenziale… Si vede quando uno è credibile! Ecco: forse oggi mancano testimoni credibili del Vangelo! Il Vangelo è messo in discussione primariamente da coloro che se ne dicono amanti e poi manco lo conoscono di striscio! La verità non esiste in sé, è sempre legata all’amore! Buona giornata

PECCATORI ALLA SEQUELA

Che cosa fa uno psicologo? Fa parlare il paziente, gli rivolge delle domande e via via lo porta ad una coscienza circa l’origine del proprio disagio. Ogni uomo ha qualcosa per cui rimproverarsi: sbagli, fallimenti, conflitti, fanno parte dell’esperienza storica di ogni essere umano! Per un po’ di tempo di può sorvolare e andare oltre, ma a lungo andare la coscienza chiede ragioni… Proviamo a pensare a Pietro: dopo il suo rinnegamento davanti alla serva nel giardino di Caifa chissà quanti pensieri, quanti sensi di colpa, quanta vergogna, quanto imbarazzo, quanto senso d’inadeguatezza… Ebbene, Gesù lo affronta e lo porta a farsi la domanda fondamentale: «mi ami tu?». Gesù vuole portare fuori Pietro dal cortocircuito della propria giustizia e gli indica le possibilità di bene proprio a partire dalla sua povertà… Pietro è capace di uno scarno e semplice «ti voglio bene!»… A Gesù va bene così! L’importante è ciò che sta oltre: «E, detto questo, aggiunse: “Seguimi”». Sì, il mettersi sempre dietro a Gesù è l’unica possibilità che un discepolo ha di non impantanarsi nel gorgo della propria umanità fragile e precaria! Chiamare con nome le proprie cadute e decidersi di donarsi totalmente alla causa del Vangelo è ciò che scatena la possibilità della salvezza! Buona giornata

I BATTEZZATI SONO UNA “COSA SOLA”?

A volte provo proprio un grande smarrimento… non capisco dove stiamo andando… da una parte ho un’esperienza di fede che mi fa intravedere scenari mozzafiato di bellezza, dall’altra tocco con mano un disorientamento delle persone che mi pare terribilmente tragico! Provo a condividere ciò che credo ma è come se ci fosse l’impossibilità di intendersi… il mondo possiede un linguaggio totalmente distante da quello della fede e così la fede non riesce ad arrivare al cuore! Rimane la forma religiosa che svolge il ruolo di narcosi del bisogno religioso ma che lascia un vuoto nella comunicazione della salvezza. La fede che un tempo era il minimo comun denominatore dell’umano oggi è diventata esperienza elitaria: occorre fare scelte radicali controcorrente perché riesca ad esercitare il suo potere eversivo! La domanda è sempre la stessa: accettiamo di mantenere in vita la religiosità popolare a discapito della fede o proponiamo scelte radicali di fede chiedendo un cambio di passo sostanziale circa le priorità? Gesù, nella sua preghiera sacerdotale così si esprime: «siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato». Possiamo di dire di essere questa “cosa sola” auspicata da Gesù? Siamo così divisi che manco sappiamo più se crediamo sì o no allo stesso Dio… c’è da pensare… Buona giornata

IL PADRE VEGLI SU DI NOI

Anche oggi la liturgia della Parola favorisce un parallelo tra Gesù e Paolo, tra il maestro e il discepolo. Entrambi, sia Gesù che Paolo, hanno adempiuto al mandato ricevuto: Gesù ha parlato a nome del Padre e ha dato la sua vita fino a morire così Paolo ha parlato a nome di Gesù e si è consumato per rendere testimonianza con la vita della sua dedizione ai fratelli. La vita, però, ha un tempo: ad un certo punto occorre abbandonare il campo e lasciare che la propria seminagione porti frutto. Ci vuole una abbondante dose di fiducia e di speranza… la certezza è che il Padre – che sovraintende tutta l’opera della salvezza – porti a compimento il suo progetto! Qual è allora la paura? Il maligno, i nemici della croce… Ad agire non c’è solo la buona volontà dell’uomo aiutata dalla grazia di Dio… c’è anche il diavolo, astuto distruttore dell’opera buona di Dio! Solo Dio può assicurare una sana difesa, un valido baluardo agli attacchi messi in atto con malizia e fraintendimenti… Sia Paolo che Gesù non danno colpa all’uomo del male che commette! È un’attenzione e un bene smisurato nei confronti dell’umano… ma entrambi non nascondono la perversione di cui l’uomo è capace se Dio non lo tutela! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Cesareo e Antonietta che oggi varcano la soglia della vita

VIVERE PER CRISTO

San Paolo, ce lo siamo detti parecchie volte, aveva un caratterino tutt’altro che facile e accondiscendente… tuttavia, aveva una generosità nello spendersi per la causa del Vangelo oggettivamente impareggiabile. Nelle sue confidenze dichiarate davanti agli anziani ad Efeso emerge tutto il suo afflato missionario: «Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio». Per Paolo non c’è nulla che possa essere anteposto alla causa del Vangelo! Una determinazione di questo genere non si può giustificare se non in forza di una esperienza personale e intensa della risurrezione di Gesù! Davvero ci sono tutti gli elementi per non dubitare affatto dell’apparizione del Risorto a san Paolo. Tanta nostra freddezza è dovuta ad una scarsa identificazione tra le cose importanti e quelle meno… Chi crede tra di noi sarebbe capace di pronunciare le parole di Paolo circa la disponibilità a perdere la vita per lui? Immagino pochissimi… la pelle, la vita immediata fa più gola, seppur breve, rispetto a quella piena! Così che la disponibilità ad assumersi logiche di impegno hanno scarsa presa nella media degli italiani. Buona giornata