Chi mi conosce sa quanto io consideri la Liturgia la più grande esperienza di fede. Non vuol dire che la vita non conti, anzi! Tant’è che la Liturgia non è altro che la vita vissuta davanti a Dio. Così la descrive la Lettera agli Ebrei: «Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele». Quando celebriamo siamo noi, così come siamo, con il nostro bene e con il nostro male, che, grazie a Gesù, entriamo nel Santo dei Santi, nella “dimora dove ci sono molte dimore”… facciamo memoria che questo è il nostro destino: la vita che viviamo è tutta in funzione di questa comunione con Dio! Per questo amiamo… l’amore, a volte, sembra perdente! Mondanamente sembra che non valga la pena amare… sembrano molto più produttive la forza e la prepotenza! Ebbene, la Liturgia ci ricorda che in Dio non entrerà che l’amore! Solo l’amore resta! Buona giornata