Gesù conclude i suoi giorni a Gerusalemme in compagnia dei Dodici e di un gruppetto di donne che nel corso dei tre anni hanno riconosciuto la sua unicità. A loro Gesù apre il suo cuore e rivolge le parole più importanti affinchè continuino la sua opera: «saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme».

Proviamo ad immaginare il contesto: Gesù è odiato da coloro che hanno potere… il loro gruppo è esiguo ed è fatto da persone piuttosto semplici e poco istruite… tutto sembra presagire una fine ingloriosa… eppure Gesù già vede l’abbondanza dei frutti della missione dei suoi discepoli!

In che cosa confida Gesù? Nella forza che viene dallo Spirito santo! Lui sale al cielo, entra in Dio come primizia dell’umanità risorta, ma lo Spirito ricordando le sue Parole e animando la speranza dei discepoli aggiungerà uomini e donne al Corpo di Cristo, associandole al suo medesimo destino di paradiso!

C’è una raccomandazione che Gesù fa ai suoi discepoli e che ci deve far riflettere: «voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Se il vangelo deve essere annunciato a tutti i popoli perché i discepoli devono rimanere in Gerusalemme? Non implode forse tutto nella sola Città Santa?

Deve scendere lo Spirito perché possano parlare degnamente di Lui… ma sapete quando i discepoli saranno maturi per la testimonianza? Quando saranno perseguitati e cacciati con la violenza da Gerusalemme! La maturità nella fede i discepoli la conseguono soltanto nel momento in cui sono associati al destino di rifiuto e di odio del Maestro… credo debba essere così anche oggi!