L’immagine che ci facciamo della vita buona è quella dove tutto funziona bene, dove tutto si realizza pienamente, dove tutto fila via liscio. C’è, sostanzialmente, un’idea manichea dell’esistenza, ossia la netta separazione tra ciò che è buono e ciò che è cattivo. Così si forma in noi la persuasione che se c’è una situazione difficile vuol dire che va male. In realtà, non è così! La vita è una perenne tensione tra qualcosa che gira bene e qualcosa che gira male: dentro c’è il gioco della nostra libertà che velocizza o rallenta i processi di cambiamento. Basta guardare l’esperienza di Gesù: nelle sue parole e nei suoi gesti troviamo espressioni di grande gioia e soddisfazione così come di grande tristezza e sdegno! E non è che possiamo dire che la sua vita fosse a casaccio: viveva da Dio dentro una vera ed autentica umanità! La sua divinità non era diminuita dalla sua umanità fatta di momenti bui e faticosi… Ad esempio, oggi nel Vangelo troviamo queste parole di fuoco: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida!». Ci sta anche questo! Gesù gioca le sue carte dentro la sua storia, gioendo e inveendo… ma con un grande abbandono all’opera del Padre! La vita è bella! Buona giornata