Mentre il Signore Gesù si apre alla sofferenza dell’uomo con la mano paralizzata e si fa carico del suo dolore, il cuore degli scribi e dei farisei si riempie del veleno della «collera». Questa collera è segno di come gli scribi e i farisei si sentano profondamente destabilizzati dal modo con cui il Signore Gesù guarda alla realtà che lo circonda. Laddove scribi e farisei riducono l’altro a un caso che deve stare ben incasellato al suo posto senza disturbare l’ordine prestabilito e a cui si è ormai abituati, il Signore cerca di aprire il cuore dei suoi ascoltatori a un modo diverso di considerare il confine tra bene e male. «in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?» Con queste parole, il Signore Gesù ci mette in guardia: non fare il male non è sufficiente; occorre invece rimboccarci le maniche e agire per il bene, e il bene non è semplice rispettare la Legge ma è sempre la preoccupazione di guardare al bene nostro e del prossimo dilatando il nostro cuore all’amore. Siamo chiamati ancora una volta a convertire il nostro cuore, a togliere da noi il lievito vecchio, come ci dice san Paolo, per far lievitare la nostra vita con il lievito nuovo che è Cristo… buona giornata, don Michele