C’è poco da fare: abbiamo perso il fervore! Siamo credenti all’acqua di rose. Interiormente siamo convinti, abbiamo delle ragioni, ci piace pure nutrire la speranza che ci è stata trasmessa ma non è la sostanza dei nostri giorni… Se penso a mio papà, a mia mamma, ai miei zia, a tanti anziani conosciuti nel ministero, vedo l’abisso tra la loro struttura di fede e la nostra. Per loro è il respiro della vita, è il linguaggio feriale, è l’occhio attraverso guardare la realtà: è la loro identità! Per noi è un di più… siamo contenti di avere la fede ma crediamo che ce la si può cavare anche senza! Tant’è che non ci indigniamo più per la gente che non prega più, non si confessa più, non si comunica più. Poveri loro, si perdono qualcosa di bello, ma tutto sommato possono essere bravi lo stesso, quindi tanto vale stare a importunare! Il passaggio della Lettera agli Ebrei che leggiamo oggi ci mette un po’ in guardia, credo: «non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno». È un invito chiaro a farci missionari e responsabili della fede dei nostri fratelli… chissà se ci arriva il messaggio. Buona giornata