Nella prima lettura che leggiamo oggi appare un termine che non utilizziamo più nel linguaggio corrente ma che nella teologia cristiana ha un posto di assoluto rilievo: si tratta della «concupiscenza». Che cosa si intende dire con questa parola? Si intende, in sostanza, la propensione che c’è nell’uomo a desiderare le realtà create più che il Creatore, ad attaccarsi più ai doni che al Donatore! È una sorta di deriva idolatrica del mondo e delle cose… San Giovanni mette in guardia dalla concupiscenza come da un nemico pericolosissimo capace di ammaliare e confondere, illudendo di una bellezza e sviando dall’autentico bene! Nella teologia protestante la concupiscenza è stata esattamente identificata con il peccato originale: il male radicale nell’uomo consiste nel mettere al primo posto il mondo piuttosto che Dio, la materia piuttosto che lo spirito! Oggettivamente avviene proprio cosi: chi relativizza Dio assolutizza le cose! La vita si riduce ad un utilizzo delle cose e delle relazioni per il proprio benessere… quando arriva la morte tutto si consuma e si trasforma in polvere! Tutto ciò che Dio ha creato è buono e bello e va custodito come bene prezioso… tuttavia deve essere finalizzato unicamente alla lode alla gloria del Creatore! A Lui tutto deve condurre… Buona giornata