Le indicazioni che il Maestro Gesù rivolge alla folla e ai suoi discepoli, circa le cattive abitudini religiose di scribi e farisei, sono rivolte oggi a noi. I farisei vengono stigmatizzati da Gesù per la loro abitudine a compiere gesti non a partire dal cuore, ma dal desiderio di essere visti e apprezzati. Ecco allora altre due “malattie” del cuore che rischiano di dividerci e allontanarci dall’Amore di Dio e verso i fratelli. La prima è l’ipocrisia del mettersi in mostra: «Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente». Quando le nostre azioni sono mosse semplicemente dal desiderio di mostrarsi di fronte agli altri, dall’essere ammirati e elogiati per quello che facciamo, tutto questo rischia di annebbiare o svuotare di “senso” quello che compiamo. Soprattutto nel vivere il Vangelo. Possiamo domandarci: Cosa ricerco nella mia vita? Cerco di vivere il Vangelo oppure cerco solo l’ammirazione di chi mi sta intorno? La seconda malattia è l’incoerenza tra le nostre parole e le nostre azioni: «perché essi dicono e non fanno». Mi vengono in mente delle parole di papa Francesco: «la trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene per il “contagio” dell’amore». Non avviene per imposizione ma per contagio. Se iniziamo noi ad amare e a vivere veramente il Vangelo ecco allora che la nostra testimonianza sarà coerente e potrà essere efficace… buona giornata, don Michele