Noi siamo battezzati “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”: significa che siamo immersi dentro il mistero d’amore che c’è tra le Persone divine. L’amore di Dio si riversa su di noi e noi iniziamo a conoscerlo e sperimentarlo dentro una comunità che, prima di noi, l’ha vissuto e sperimentato ed ora ne funge da testimone credibile.
È questo il processo ordinario di conoscenza personale che noi abbiamo nella vita: quando nasciamo, siamo immersi – battezzati – nell’amore di papà e mamma e, accolti, iniziamo ad aprirci a loro scoprendoli e conoscendoli giorno per giorno, standoci insieme. È l’amore la via della conoscenza, non la razionalità. Oggi, la Liturgia ci invita a contemplare e lodare la Trinità. Subito, siamo tentati di cercare di capire come funziona, come se fosse una realtà che ci sta di fronte asetticamente… è come se un bambino, appena vede la mamma ed il papà, iniziasse ad interrogarsi su come abbiano fatto a generarlo! Non sono domande sensate!
La Trinità la si può comprendere solo dentro un rapporto d’amore dove ciò che veniamo a sapere non è ciò che conquistiamo con la nostra invadente curiosità ma ciò che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo vogliono rivelare di sé stessi! E tutto è parametrato rispetto all’intimità e alla frequentazione che si instaurano tra noi e loro.
È la stessa cosa con papà e mamma: ciò che conosciamo di loro da piccoli non è paragonabile a quello che conosciamo da grandi! E non è solo questione di intelligenza ma di rapporto… e poi: non è forse vero che c’è diversità tra quanto conosce un figlio da un altro dei propri genitori? In base a che cosa? In base all’intensità dell’amore reciproco!
Se la Trinità è per noi un mistero buio e incomprensibile non imputiamone la causa all’assurdità del mistero ma proviamo a valutare il nostro amore, la nostra intimità, la nostra preghiera, il nostro ascolto della Parola… diverrà chiaro come ovviare…
Buon battesimo a tutti!
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