Ogni giorno leggo di intellettuali che si dichiarano non credenti ma apprezzano le tesi e le istanze sostenute dai credenti… Non riesco a capire tutta questa fatica a lasciare la propria condizione atea a favore della fede! Cavolo: è talmente evidente l’apporto conoscitivo dato dalla fede che non vedo la ragionevolezza di una scelta così restringente come quella di precludere a priori la dimensione del trascendente! Voglio essere provocatorio: oserei dire che la gran parte dei non credenti ignori profondamente il Vangelo e la teologia cristiana! A capo di una decisione agnostica ci sta una sorta di incompetenza circa il mondo della fede… Tutte queste considerazioni mi sono sorte a partire da quanto afferma Paolo nel suo discorso all’Areopago ateniese: «Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa». Ebbene sì: chi avesse l’idea balzana di considerare Dio uno da servire ha sbagliato di grosso! Dio non ha bisogno dell’adorazione dell’uomo! Dio è piuttosto Colui che si china sull’uomo per servirlo! Credendo non perdiamo qualcosa, non smarriamo la libertà ma 1! Mi sembra una rivoluzione copernicana… ma su Dio, ahimè, siamo ancora tolemaici… Buona giornata