Essere pastori in una comunità significa cercare di condurre tutti alla sequela di Gesù evitando di perdere qualcuno per strada, stando attenti alle diversità, ai tempi, alle situazioni di ciascuno… Nel condurre ci sta che qualcuno contesti e si opponga! Il pastore non è l’obiettivo della sequela... Si può benissimo essere in discordia con il pastore eppure essere in cammino dentro la strada della redenzione! L’importante è mantenere saldo il passo dietro a Gesù... Può capitare che il pastore stesso sia zoppicante e abbia bisogno di un rimprovero e di una osservazione… È Vero però che può succedere anche che il pastore esprima un giudizio determinato che obbliga ad una revisione! Mi piace leggere come san Paolo, vedendo la chiusura dei suoi fratelli Giudei, ad un certo punto prende una decisione irrevocabile di dedicarsi ai pagani... lasciando in seconda battuta i giudei! «D’ora in poi me ne andrò dai pagani». A fronte di persone che si intestardiscono in posizioni e principi insindacabili è doveroso tagliare vigorosamente! Ancora oggi è necessario posizioni scomode per salvaguardare la verità del vangelo!  Per un pastore è pressoché impossibile trovare una sintonia perfetta con tutte le pecore del proprio ovile… qualche fatica va messa nel contro… Buona giornata