Nelle letture di oggi troviamo due riferimenti al mondo della natura: la prima riguarda la seminagione – «chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà» – e l’altra l’annientamento del seme – «se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto». Sono immagini di una evidenza schiacciante: per raccogliere è necessario che uno semini… nessuno raccoglie senza aver prima seminato! È la stessa cosa nella vita spirituale: è inutile che ci si lamenti per l’incapacità a gestire alcune situazioni esistenziali intricate se non ci si è mai dedicati alla preghiera e all’ascolto della Parola! La pace del cuore non è colpo di fortuna ma il risultato della ricerca di una comunione sempre più intima con il Signore. Altrettanto chiaro è il destino del seme nel momento in cui porta frutto: la sua morte, il suo annientamento, il suo perdersi per un altro… La nostra vita è significativa soltanto nella misura in cui è vissuta per qualcuno! Se uno vive per se stesso, ad un certo punto si trova solo, arido, infecondo e la gioia non può decollare! Un uomo che si guarda indietro e vede i frutti della sua vita può morire felice… uno che non vede nulla non può che disperare e vedere la morte come la fine e non il compimento! C’è materiale per riflettere… Buona giornata