A una comunità di cristiani ancora incapaci di stringersi in una trama di vincoli di sincera carità, Paolo propone di riflettere sulla metafora del corpo, realtà individuale eppure armoniosamente articolata: «Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo». Il nostro battesimo in cui ci immerge nell’unica realtà del Corpo di Cristo, cioè la Chiesa, costituisce i credenti come un’unica e multiforme realtà, dove non può trovare spazio lo spirito di competizione e di gelosia, ma nella quale è possibile imparare a riconoscere, nella diversità dei doni e dei compiti, l’azione della mano di Dio, che opera in tutti e per mezzo di tutti secondo i suoi disegni: «Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra». Diventa incompatibile con il Vangelo quindi continuare a confrontarsi con l’altro in uno spirito di rivalità, a partire dal sospetto che il dono o i doni della vita dell’altro siano migliori rispetto a ciò che noi siamo e abbiamo. Per superare queste invidie e rivalità San Paolo ci indica di crescere nel desiderio di bene verso i fratelli: «Desiderate invece intensamente i carismi più grandi»… Impariamo anche noi oggi a volerci più bene e a stimarci un po’ di più…  buona giornata don Michele