«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza». Gesù non ha dato rassicurazioni esaltanti ai suoi discepoli… non li ha illusi con promesse mirabolanti… Tutt’altro: li ha messi di fronte ad un rifiuto capillare della loro nuova vita, deboli e fragili come agnelli in mezzo a lupi… Il martirio è la cifra della sequela cristiana: la cattiveria, la violenza, l’odio, devono diventare l’occasione per dare la testimonianza del proprio essere figli, totalmente affidati al Padre! Gesù non ha detto, nel momento in cui sarebbe iniziata la persecuzione, di preparare parole e strumenti per contrastarla facendo valere le proprie ragioni… nella resa filiale l’unica risposta davvero credibile! La testimonianza non va data in una condizione di agio… pensate a quante testimonianze diamo a parole, magari invitati in qualche assemblea: e allora parliamo di quello che siamo, di quello che abbiamo fatto e di quello che faremo! Ebbene Gesù sembra dirci: la vera testimonianza la dai solo quando sei alle strette e noi puoi più confidare in te stesso ma solo nel Padre al quale “nemmeno un capello del capo sfugge“… Ne saremo capaci? Buona giornata