Nella prima lettura il profeta Ezechiele, rivolgendosi al principe di Tiro, lo ammonisce per la sua condotta e per il suo cuore superbo: «Poiché il tuo cuore si è insuperbito». La superbia viene oggi descritta dalle Scritture come una pericolosa malattia del “cuore” capace di condurci a pensare di bastare unicamente a noi stessi, con le cose che abbiamo. La superbia ci porta a “sostituirci” a Dio: «Io sono un dio, siedo su un trono divino in mezzo ai mari». Anche nelle nostre vite la tentazione di poggiare solamente sulle nostre ricchezze, sul nostro orgoglio è grande. Pensiamo che il nostro benessere dipenda tutto da quello che abbiamo e accumuliamo lasciando sempre più da parte Dio. Però Il Signore mette in guardia i suoi discepoli e quindi anche noi: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli». Il Signore ci insegna a non aver paura di abbandonarci totalmente a Lui, a confidare in Lui. Ricordo a tal proposito sempre con immenso piacere le parole di papa Benedetto XVI all’inizio del suo pontificato: «non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita». Coraggio mettiamo anche oggi la nostra giornata e la nostra vita nelle sue mani… buona giornata, don Michele