“MAGNIFICARE” IL SIGNORE

Celebriamo oggi la solennità dell’Assunzione di Maria in cielo, un dogma definito alla metà del secolo scorso che ci ricorda come Maria preservata dal peccato è stata preservata anche dalla corruzione della morte e assunta nella gloria del Padre insieme al Figlio. Ogni volta che la Chiesa ci invita a celebrare una festa mariana dobbiamo cogliere l’occasione per imparare da lei, prima discepola di Cristo, a essere anche noi discepoli. Nel Vangelo si racconta di Maria  che dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele e aver appreso della gravidanza della sua cugina Elisabetta corre da lei per mettersi al suo servizio. E dal bellissimo incontro tra le due donne e i due bambini Maria prorompe di gioia con il canto del Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore». Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato, lo riduciamo solamente a un’espressione di gioia. Ma magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire. Maria “ingrandisce il Signore”: non ingrandisce i suoi problemi, le sue preoccupazioni, che pure non le mancavano in quel momento, ma il Signore. Quante volte noi invece ci facciamo schiacciare dalle nostre paure e dalle nostre difficoltà. Maria ci invita a confidare in Dio ed esultare di gioia, una gioia che nasce dalla presenza di Dio che ci aiuta, che è vicino a noi… buona giornata, don Michele

IL FUOCO DELLO SPIRITO

Oggi nel Vangelo Gesù ci parla di fuoco e di divisione «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra …» e «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione». Ma come Gesù non è venuto a portare la pace?!? Certamente lui è la Pace, è il principe della pace… ma cerchiamo di intenderci bene allora. Il “fuoco” di cui Gesù parla è il fuoco dello Spirito Santo, presenza viva e operante in noi dal giorno del nostro Battesimo. Il fuoco dello Spirito è una forza creatrice che purifica e rinnova, che attraverso la sua azione vuole renderci sempre di più ogni giorno immagine di Gesù, cercando di bruciare in noi ogni umana miseria, ogni egoismo, rendendoci capaci di amare. Gesù desidera che lo Spirito Santo divampi come fuoco nel nostro cuore, perché è solo partendo dal cuore che l’incendio dell’amore divino potrà svilupparsi e far progredire il Regno di Dio. E se lasciamo agire in noi lo Spirito, se ci conformiamo sempre di più alla logica di Cristo e del suo Vangelo ecco che questo porterà inevitabilmente a delle divisione. La logica del Vangelo non tutti l’accolgono e la comprendono e allora siamo chiamati a schierarci, ad avere il coraggio di essere testimoni di Cristo anche sapendo che questo potrà comportare delle divisioni e delle fatiche…buona testimonianza e buona giornata, don Michele

A OGNUNO LA PROPRIA RESPONSABILITA’

Nel brano della prima lettura tratto dal libro del profeta Ezechiele il profeta mette in guardia i suoi ascoltatori rispetto ad un modo di dire e di fare che allora come oggi è presente nel nostro modo di ragionare: «I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati», vale a dire fare lo “scaricabarile” dei nostri sbagli, delle colpe su qualcun altro, mettendo da parte la responsabilità personale giustificando ogni situazione scaricandola sul passato e sugli altri. Sono sempre gli altri che sbagliano…Ognuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, a essere consapevoli che ogni nostra scelta, dalla più piccola alla più grande, ogni nostra azione comporta una conseguenza…per il bene o per il male. Di fronte a questo modo sbagliato di pensare Dio ci dice ancora una volta «Convertitevi». Conversione che significa ritornare a essere come i bambini: «a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». Significa affidarsi all’amore misericordioso del Padre e chiedere che ci prenda per mano ogni giorno nel nostro cammino e ci doni il Suo Spirito per aiutarci ad assumerci le nostre responsabilità e scegliere ogni giorno la via del bene…buona giornata, don Michele

LA FEDELTA’ DELL’AMORE

Non conviene sposarsi! Un’affermazione che turba i discepoli e forse turba anche noi. Una antica norma, che possiamo definire molto maschilista, attribuita addirittura a Mosè (chi mai avrebbe osato contestarla!!!) concedeva la possibilità di ripudiare la propria moglie. Ma Gesù, ovviamente, non accetta questa norma ma riporta alla sua origine il progetto che Dio ha sull’amore: nella Creazione il Signore ha pensato alla coppia come ad un’alleanza d’amore fedele, come un segno visibile del Suo amore. Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere. Che bello poter dire anche oggi che la fedeltà per tutta la vita non è un’insensata norma vetusta della Chiesa ma il sogno di Dio! Un sogno che si realizza nell’impegno di un uomo e una donna a donarsi totalmente e per tutta la vita senza se e senza ma! Ma purtroppo non sempre questo “sogno” riesce a essere realizzato nella pienezza e nella fedeltà. È il peccato che è in noi che cerca di offuscare questo sogno. Ma il modo di agire di Dio stesso con il suo popolo infedele – cioè con noi – ci insegna che l’amore ferito può essere sanato da Dio ancora una volta attraverso la misericordia e il perdono… buona giornata, don Michele

Ps. Affidiamo all’amore fedele del Cristo il nostro fratello Giovanni che accompagniamo oggi nell’ultimo viaggio terreno

PERDONARE SEMPRE

Pietro baldanzoso come altre volte nel Vangelo pensa di fare un figurone dicendo: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?» . Ma Gesù alza l’asticella, «non sette volte ma settanta volte sette»…vale a dire sempre!!! Quanto è difficile perdonare. Sperimentiamo tutti la fatica di perdonare un’offesa, un torto subito. Magari riusciamo a strappare la zizzania in superficie ma non riusciamo a estirpare la radice. E Gesù ci chiede invece di perdonare sempre… ma come possiamo fare? Come possiamo essere capaci di perdonare, e perdonare sempre come lui ci chiede? Nella parabola, troviamo due atteggiamenti differenti: quello di Dio – rappresentato dal re – e quello dell’uomo. Nell’atteggiamento di Dio la giustizia è impregnata di misericordia, mentre l’atteggiamento umano si limita alla giustizia. Il perdono cristiano è allora l’amore di chi sa amare l’altro andando oltre alla semplice giustizia, ma usando la misericordia, vale a dire amare come lui ci ha ama…vale dire sempre e nonostante le nostre infedeltà e i nostri peccati. E per vivere un così grande amore ecco che ogni giorno siamo chiamati a chiedere la forza al Padre: “rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Solo sperimentando il perdono e l’amore del Padre anche noi riusciremo a raggiungere il settanta volte sette richiesto da Gesù. Buona giornata… don Michele