La luce di Dio ci guida (Gv 1,1-18)

«Il Verbo si fece carne.».

Quello verso il Signore è un cammino di luce, o meglio verso la luce. È bello perché questa luce di cui il prologo del vangelo di Giovanni parla è sia la luce vera, quella che illumina la creazione, sia la luce interiore che ci guida nelle scelte della vita. Luce vera perché in quel “tutto è stato fatto per mezzo di Lui” si intravvede la potenza del creatore, che per Amore mostra tutta la sua fantasia, animando la bellezza che ci circonda e che abbiamo in noi. La luce interiore perché egli stesso è la luce che, con la sua vita, ci indica il cammino di salvezza per la nostra vita. Buona giornata.

Un uomo in ascolto di Dio (Mt 2,13-15.19-23)

«Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto».

L’angelo del Signore trova sempre il momento giusto per presentarsi alle persone. Nel vangelo di oggi si presenta ben due volte a Giuseppe e gli ordina di “alzarsi”. È bello osservare quale sia l’ordine impartito dall’angelo, per comprendere il disegno del Signore sull’uomo, e anche qual è la reazione di Giuseppe, per capire l’umanità di fronte ad un comando di Dio.

Il Signore sprona ad alzarsi, ovvero a continuare ad andare, rinnovandosi, senza temere. L’uomo, in Giuseppe, è capace di ascolto, di obbedienza e di silenzio. Buona giornata.

La nuova Legge è rivelata alle genti (Lc 2,22-35)

«Luce per rivelarti alle genti».

La scena che ci viene proposta oggi dal vangelo di Luca avviene dentro la Legge di Mosè, come a dire che la storia intera del Salvatore assume e porta a compimento la Legge dei Padri. In questa Legge accade questo meraviglioso incontro tra Dio e l’uomo, tra quel bambino e Simeone, uomo giusto e timorato di Dio. Nella Legge avviene la consegna della nuova Legge, che è Dio stesso, che è Salvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli e luce per illuminare le genti, luce nel nostro cammino. Buona giornata.

Siamo vicini alla famiglia della defunta Antonietta Salvioni, che affidiamo alla misericordia del Padre.

Dio si è fatto bambino (Mt 2,13-18)

«Erode mandò ad uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme».

«Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». È lo stesso grido dei martiri Innocenti che Erode fece uccidere a causa della paura di perdere il potere. Anche noi quando vogliamo possedere qualcosa o – peggio – qualcuno, quando desideriamo avere il controllo su tutto ciò che ci accade attorno, siamo disposti a scavalcare le persone, per mantenere un’immagine di noi che sia quella ideale. Anche noi, se ci sentiamo superati in ciò per cui vogliamo eccellere, magari ciò per cui abbiamo speso gran parte della nostra vita, andiamo su tutte le furie. Ma il Signore, con questa festa, ci consegna la tenerezza dei bambini, che ignari di tutto e di tutti, nemmeno capaci di parlare, testimoniano con la palma del martirio, quella che è la Verità Rivelata da Cristo, che Dio si è fatto bambino, innocente, umile, impotente, ma per questo disarmante.

Le più sentite condoglianze alla famiglia della defunta Anna Sammarco.

Amate, amate, amate (1Gv 1,1-2,3)

«Il verbo della vita e la luce di Dio».

«Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni ingiustizia. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate, ma, se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. Da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti».

Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. E il suo più grande comandamento, che è quello dell’Amore (Gv 15,12), ci sprona a confrontare continuamente il modo di amare di Dio con il nostro, affinchè ciò che in noi è legato alle brame dell’egoismo, venga purificato. Il Suo modo di amare non ha molti nomi, si chiama carità, ovvero amore di dono di sé.

San Giovanni,apostolo ed evangelista, festa.