ESALTAZIONE DELLA CROCE

Festa dell’esaltazione della croce. Che cosa ci vorrà dire la liturgia di oggi che invita a celebrare “L’esaltazione della Croce”… La Croce è un patibolo! Come può essere esaltata? La Croce è esaltata perché in Cristo da strumento di morte è divenuta strumento di vita! Lì si manifesta tutta la grandezza e la bellezza del Dio di Gesù Cristo. La croce, che è il supplizio proprio degli schiavi, racconta di un Dio capace di abbassarsi fino a quella condizione: «svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo»… Dio si immerge totalmente nell’esperienza di massima fragilità dell’uomo per mostrare come, anche lì, sia possibile vivere nella volontà di Dio, perché mai si è abbandonati dal Padre. Il Padre non abbandona il Figlio, non si dimentica di lui, sebbene Lui possa avvertire una sensazione di abbandono. Esaltare la croce non significa inneggiare alle fatiche, alle sofferenze, ai dolori, alle delusioni ma significa riconoscere che la vita è bella se donata! Cristo sulla croce dona tutto se stesso per noi, come il chicco di grano che caduto in terra produce molto frutto. Siamo chiamati anche noi discepoli a vivere la Croce come vita spesa nella quotidianità di tutti i giorni, nelle nostre scelte anche quelle più faticose e dolorose… buona giornata, don Michele

DESIDERATE I CARISMI PIU’ ALTI

A una comunità di cristiani ancora incapaci di stringersi in una trama di vincoli di sincera carità, Paolo propone di riflettere sulla metafora del corpo, realtà individuale eppure armoniosamente articolata: «Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo». Il nostro battesimo in cui ci immerge nell’unica realtà del Corpo di Cristo, cioè la Chiesa, costituisce i credenti come un’unica e multiforme realtà, dove non può trovare spazio lo spirito di competizione e di gelosia, ma nella quale è possibile imparare a riconoscere, nella diversità dei doni e dei compiti, l’azione della mano di Dio, che opera in tutti e per mezzo di tutti secondo i suoi disegni: «Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra». Diventa incompatibile con il Vangelo quindi continuare a confrontarsi con l’altro in uno spirito di rivalità, a partire dal sospetto che il dono o i doni della vita dell’altro siano migliori rispetto a ciò che noi siamo e abbiamo. Per superare queste invidie e rivalità San Paolo ci indica di crescere nel desiderio di bene verso i fratelli: «Desiderate invece intensamente i carismi più grandi»… Impariamo anche noi oggi a volerci più bene e a stimarci un po’ di più…  buona giornata don Michele

UNA FEDE CHE STUPISCE

È tutto un gioco di cortesie il rapporto fra il centurione e gli ebrei, e fra Gesù e il centurione. È un uomo buono, non solo ha collaborato al finanziamento della sinagoga, ma prende a cuore le sorti di un suo subalterno, disturbando addirittura l’ospite di Pietro. È un uomo buono e pieno di fede: non ha bisogno della presenza del Rabbì, gli basta una parola così come egli, con una parola, riesce a comandare ai suoi subalterni senza preoccuparsi di verificare l’esecuzione dell’ordine. Si stupisce, il Signore, sorride alla fede cristallina di questo pagano simpatizzante per l’ebraismo. Com’è bello stupire il Signore con la nostra fede! Com’è bello pensare che egli possa commuoversi davanti ai nostri gesti pieni di fiducia e di abbandono! E com’è bello sapere che questi gesti di fede non provengono necessariamente dai credenti, dai devoti, ma anche da chi, come il centurione, è ai margini della religiosità. Dio sa vedere la fede non solo nei suoi figli e si sa stupire di chi, pur non avendolo conosciuto, pur conducendo una vita difforme dai precetti del vangelo, pone dei gesti di fede cristallina come, ahimè, noi discepoli a volte non sappiamo porre. Buona giornata, don Michele 

Ps. Una preghiera per tutti i bambini e i ragazzi, maestri e professori per l’inizio di un sereno anno scolastico

DIO E’ PADRE

Il pastore che va in cerca della pecora perduta e la riconduce all’ovile, come pure la donna che perde la sua piccola moneta e non si dà pace finché non la ritrova, fanno risaltare ancora di più l’insuperabile atteggiamento del padre della parabola del Padre Misericordioso. Parabola che ci mostra il volto di un Dio che non è semplicemente un pastore o un padrone, ma un Dio che è un Padre. Anche se ha molti figli, un padre si preoccupa per ciascuno come se fosse l’unico, si trattasse pure del figlio cattivo.  Ancora una volta viene posta in risalto la singolarità di ogni uomo, la preziosità che anche una sola persona, qualsiasi persona, riveste agli occhi di Dio. Così è l’amore vero, quello di Dio come quello degli uomini. Un amore di Padre che viene espresso nella maniera più bella da Gesù nel racconto della parabola del Padre Misericordioso, un padre che è sempre pronto a correrci incontro e riabbracciarci. Tante volte se ci pensiamo il nostro orgoglio ci paralizza e non ci permette di ritornare al Padre. Ci ricorda anche papa Francesco: «Dio perdona sempre, siamo noi a stancarci di chiedere perdono ma Lui perdona sempre»…. Non dimentichiamocelo mai!!!, buona giornata, don Michele

COSTRUIRE SULLA ROCCIA

Si vede che siamo cristiani? Si vede dalle nostre scelte, dalle nostre decisioni, dalle nostre opere? Davvero il Vangelo è cresciuto in noi, portando frutto? La domanda che pone il Signore ci inquieta e ci scuote, giustamente. Perché dobbiamo stare attenti a non ingannarci, a non raccontarci delle favolette: se l’albero della nostra fede è sterile, se non porta nessun frutto, nessuna consolazione, nessuna decisione, non serve a nulla. Se la fede resta sempre e solo alla superficie, se non incide nelle cose che facciamo e diciamo, a cosa ci serve? Il criterio stabilito dal Signore, anche se scomodo, è pieno di verità. Costruiamo la casa sulla roccia, davvero. Fatichiamo meno a convertirci che a far finta di esserci convertiti! Ascoltiamo sul serio questa Parola, perché è l’unica che ci può illuminare, orientare, che può cambiare le nostre scelte, renderle autentiche. Che sia il Vangelo a vibrare dentro di noi. Poi, certo, fatichiamo a vivere in coerenza, fatichiamo a cambiare le nostre scelte, ci costa fatica, e tanta, e l’uomo vecchio che è in noi si ribella e trova mille scuse. Ma se davvero abbiamo capto chi è Cristo, non dobbiamo aver paura a osare e costruire la nostra vita sulla roccia che è Cristo. Buona giornata, don Michele

Ps. Una preghiera particolare per Roberto e per Anna che oggi a Como e Assisi metteranno la loro vita nelle mani del Signore e al servizio della Chiesa