IL CUORE FERITO

«Devo occuparmi delle cose del Padre mio», così Gesù risponde a Maria e a Giuseppe che lamentano la loro preoccupazione sul suo smarrimento. Una risposta per nulla rasserenante per due giovani genitori che hanno a cuore l’educazione del proprio figlio: il rispetto per loro? L’obbedienza? Dove le mettiamo in questa risposta così puntuta? Sta di fatto che l’evangelista Luca non riporta alcuna reazione indispettita della madre: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore». C’è silenzio, riflessione e attesa: il cuore di Maria è un grande esempio per ogni cuore di madre! Un figlio non è che ha sempre ragione ma delle ragioni le può pure avere: mettersi in ascolto e non imporre la propria visione delle cose è un passaggio necessario per un atteggiamento positivo davanti al figlio. Il cuore di Maria, che è un cuore di madre, è un cuore ferito… credo non ci sia mamma che non sia ferita dalle scelte e dai pensieri di un figlio! Chissà che cosa ha sentito Gesù nel suo cuore vedendo il silenzio di Maria… Avrà cercato di rassicurare la mamma? Avrà lasciato la mamma dentro il suo dissidio? Il cuore è la sede delle decisioni: è impossibile non soffrire! Mettiamolo in conto… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Mario che si accinge a varcare la soglia della vita

SOLO PER AMORE

Nel Vangelo di oggi ci sentiamo rivolgere da Gesù questa domanda: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?». Cosa risponderemmo? Sinceramente. Io credo che direi “Io no!”. Prima di tutto metto al sicuro le novantanove – perchè sono la garanzia della mia sussistenza e del mio benessere – e, poi, se proprio proprio mi è possibile, vado anche alla ricerca della dispersa… Cosa ci sta sotto come ragionamento: che le pecore per me sono numeri… Per Gesù è proprio un’altra cosa! Per Gesù le pecore sono volti, sono persone, sono nomi! Se dovessimo cambiare l’esempio e dire: “chi di voi se ha cinque figli e ne perde uno, non lascia lì i quattro per andare in cerca di quello smarrito?”, certamente, la risposta cambierebbe! Perchè? Perchè a parlare non deve essere la testa, la razionalità, il calcolo… ma il cuore, l’amore, la vita! Oggi facciamo festa celebrando il Sacro cuore di Gesù: per quale motivo la Chiesa ci suggerisce questo attributo cristologico particolare? Semplicemente per dirci che Dio con noi non ragiona con criteri d’interesse… ma solo per amore… perdendo la vita per ciascuno di noi, nessuno escluso! Quanta roba… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Cornelio che da oggi si unirà al coro celeste per cantare e lodare il Signore

IL BATTISTA: GRANDE NEL SUO ESSERE RELATIVO

È umanissima la domanda che si fanno i vicini di casa alla nascita di Giovani Battista: «Che sarà mai questo bambino?». Credo sia un interrogativo che ci si pone su ogni bambino che si affaccia sulla scena della vita. Un bambino è un mistero, è una promessa, è una sorpresa! È giusto che sia così: di fronte alla vita occorre porsi in ascolto, darsi il tempo per scoprire, accettare la fatica del capire… A volte, invece, c’è la smania di dire, di spiegare, di soggiogare, imponendo la propria visone e le proprie aspettative… È un po’ la dinamica descritta oggi nella decisione del nome: c’è qualcuno che vorrebbe la riedizione del padre e c’è qualcuno che, al contrario, è disposto ad aprirsi al nuovo! La cosa bella che narra con la sua vita Giovanni Battista – come del desto tutti i protagonisti della Scrittura – è il suo essere relativo ad un altro: non vive per affermare se stesso, per lasciare l’impronta del suo passaggio, ma per preparare la strada alla VIA! L’importanza di Giovanni Battista è proprio nella sua relatività: lo ricordiamo per questo, non per imprese degne di nota… Credo che sia questo anche il nostro destino… molto più semplice di tante nostre pericolose corse in avanti… Buona giornata

RITROVARE IL VANGELO

Israele era stato conquistato dall’Assiria. Aveva perso la sua identità, le sue leggi e il suo tempio. Per la misericordia di Dio era riuscito a liberarsi dall’occupazione. Il sommo sacerdote Chelkìa aveva ripreso il culto al tempio: «disse allo scriba Safan: “Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge”». Ritrovare il Libro significava ritrovare la rotta, la strada da seguire, la Parola viva del Signore che più volte aveva mostrato la sua fedeltà e la sua Grazia… Queste esperienze di Israele mi sembrano tanto preziose per rileggere il nostro tempo… anche noi viviamo un tempo di dispersione! La modernità ha conquistato il cuore della gran parte delle persone… Dio è stato derubricato dalla vita. La sua Parola non è più fonte di ispirazione. Chissà che un giorno quando, in mezzo alle rovine di una umanità a brandelli, si riandrà a a riscoprire il Vangelo impolverato… chissà se saremo ancora in grado di capirne la portata rivoluzionaria di cui è portatore!  Senza l’ispirazione del Vangelo questa umanità è allo sbaraglio… fa da padrone l’individuo, con tutte le sue voglie e le sue esigenze… i più deboli soccomberanno… Chi l’avrà vinta? Per fortuna tutto è rigorosamente in mano a Dio, Signore incontrastato della storia! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Giuseppe che affidiamo alla misericordia di Dio

LA VIA STRETTA

«Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano». Nel leggere di primo acchito questo versetto del Vangelo sembra che la fede implichi un percorso di sofferenza e di rinuncia… Sempre così: il credere passa come un’opera impegnativa e faticosa al punto da disincentivare i più all’impresa… Eppure, devo confessare, che per me la sensazione è esattamente il contrario: avverto una leggerezza e una pace nell’affidarmi al Padre che non mollerei la presa per alcun motivo! Io sto bene! Io sono proprio felice! Non avverto alcuna costrizione o imposizione da osservare… tutto mi pare splendidamente promettente! Allora come va interpretato il succitato versetto? Io credo che si debba imparare a conservare una autonomia e una originalità di coscienza per nulla scontati nella cultura globalizzata in cui siamo immersi! La via larga, oggi – forse anche ieri -,  prevede un intruppamento generale nelle scelte e nei modi di pensare! Tutti siamo facilmente fagocitati in un mono-pensiero che non prevede alternative legittime… Oggi, la porta stretta è quella del dono di sè, dell’amore, del perdono, del primato dell’altro, dell’ottimismo, della trasparenza, della fiducia… Non si tratta di scelte faticose ma di scelte singolari! C’è bisogno di coraggio… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Dolores che si appresta a varcare la soglia della vita