PARLARE A RAGION VEDUTA

Un tempo, dentro una cultura di prossimità, ci si conosceva personalmente… si sapevano le cose del paese: quelle belle e quelle brutte. C’era solidarietà, è vero, ma c’era anche tanta ipocrisia. Di fatto, però, si conoscevano le persone e si mantenevano i giusti equilibri del dire e del non dire. Oggi siamo dentro una cultura globalizzata: tutti possono dire tutto e il contrario di tutto… anche senza il minimo rispetto dell’altro! Tanto quello che si dice, di solito, non è a voce ma per iscritto e non si sa chi va a colpire… difficilmente si paga di persona per quello che si afferma… siamo tutti spiriti, intoccabili, inconsistenti, evanescenti! In questo contesto dove tutti possono dire tutto e il contrario di tutto senza pagare di persona c’è però una costante che è anche quella di un tempo, stigmatizzata dalla scrittura: «Il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio”». I poteri forti non permettono che si dicano le verità che mettono in discussione il potere costituito… Si dica tutto quello che si vuole: purchè si parli a vanvera e non a ragion veduta! Quanti profeti come Amos anche oggi vengono invitati a tacere perchè non parlino… Non lasciamoci chiudere la bocca! Buona giornata

COME SI VIVE COSÌ SI MUORE

«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede». Ogni volta che leggo queste parole mi auguro di poter chiudere gli occhi proprio con questo spirito… C’è una battaglia da combattere! La vita non è una passeggiata ma un combattimento: c’è un di più a cui siamo chiamati che deve continuamente confrontarsi con un di meno da cui siamo fagocitati… vivacchiare non è altro che cedere alla banalità, alla frivolezza, al nichilismo, al relativismo! Vivere è puntare alla vertigine della santità, della pienezza, della generosità, della verità tutta intera! Bella questa battaglia, seppure faticosa… La corsa della vita ha una fine! Non si può perdere tempo: occorre avere sempre il senso dei giorni che passano e che non ritornano… sprecare la vita è ciò che di più grave si può fare perchè, ad un certo punto, il conto viene presentato! Poter dire con serenità “ho terminato la corsa” significa aver vissuto pienamente la vita, senza rimorsi e senza rimpianti! Infine, la conservazione della fede! Sì, ciò che desidero più di tutto al mondo è la fede… questo modo di guardare alla vita che tutto trasfigura e proietta al cielo… troppo bello! Senza fede non posso vivere… senza fede non posso morire… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Silvana e per Angelo che nel giorno dei patroni Pietro e Paolo varcano la soglia della vita

PENSIERI E AZIONI

Si fa in fretta a dare la colpa a Dio o al caso per ciò che ci accade! Niente è casuale: ogni cosa ha una ragione, legata al nostro uso della libertà. Nel Libro di Amos oggi leggiamo: «Si precipita forse un uccello a terra in una trappola, senza che vi sia un’esca?». Se compiamo un’azione è perchè dentro abbiamo determinate intenzioni… Ci nascondiamo troppo facilmente dentro la ineluttabilità degli eventi: tutto ha una motivazione! “Dai frutti li riconoscerete”: dalle scelte che prendiamo possiamo comprendere qual è il nostro vero modo di pensare! I pensieri non sono peccati fintanto che qualcuno ci aiuta a capire il senso della vita: prendiamo in considerazione le scelte! Le scelte non sono mai ambigue: o l’uno o l’altra? Il male lo scegliamo perchè ci attrae, non perchè non è bello… Chiediamoci perchè caschiamo come pere cotte davanti all’ambiguità del bene e del male? Vigiliamo sui nostri comportamenti perchè possiamo prendere coscienza del bene e del male che ci sono dati a servizio del bene comune! Buona giornata

CHE COSA CERCHIAMO?

«Vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva». Nel Vangelo troviamo atteggiamenti davvero contrapposti di Gesù: a volte, vedendo la folla prova compassione e si preoccupa persino di dar loro da mangiare… a volte, come in questo caso, se ne allontana, quasi stizzito… Qual è l’atteggiamento giusto? Chiaramente, c’è da credere che Gesù, leggendo i cuori, sapeva bene che cosa spingeva quella gente a cercarlo e, di conseguenza, reagiva. Ciò che mi sembra chiaro è che Gesù non gradisca per nulla gli entusiasmi facili, le adesioni plateali! Gesù è leale ed esige lealtà: non ci devono essere secondi fini nelle relazione con Lui! Se qualcuno lo segue per averne dei vantaggi, Gesù lo scoraggia… non vuole illudere! Non è venuto ad assecondare i bisogni dell’uomo ma a dare la sua vita… a donare la sua misericordia… a consolare gli afflitti… a ricordare che la vita è un cammino verso il cielo e non una passeggiata nel bengodi! Proviamo tutti a capire con che spirito siamo discepoli! Cosa stiamo cercando? Siamo dei mendicanti di paradiso o di soddisfazioni? Se cerchiamo conferme alle nostre aspettative, con Gesù non avremo che grandi delusioni! Se cechiamo il cielo… è la via diretta! Buona giornata

UN SÌ SENZA CONDIZIONI

«Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto». Si parla di vocazione, di passaggio di testimone fra un profeta e un altro. Elia, per Israele, è il profeta per eccellenza: molte volte Gesù lo cita e lo riconosce pure presente in Giovanni Battista. Eliseo non pare un illuminato… tutt’altro! È un figlio di papà, svogliato, annoiato, indeciso. Eppure, Dio lo ha scelto: la chiamata da parte di Elia suscita il suo entusiasmo, la sua disponibilità a mettersi in gioco e diventa una sorprendente icona della potenza di Dio.

È Dio che conduce la storia! È Lui che mette nel cuore di uomini poveri la sua Grazia e li fa essere significativi per il mondo! I nostri occhi si fermano alle apparenze… rischiamo di giudicare per sentito dire, per simpatia, per pregiudizio… Chiunque è chiamato a parlare a nome di Dio va accolto e ascoltato come segno di contraddizione e sprone alla conversione e al cambiamento.

Si corre sempre il rischio di essere come quei Samaritani che non vogliono accogliere Gesù perché è diretto decisamente verso Gerusalemme, ossia verso l’offerta della sua vita… Se vogliamo essere discepoli di Gesù non stabiliamo noi dove andare e con chi andare: seguiamo Gesù attraverso l’ordinarietà del cammino liturgico che ci fa passare da Natale a Pasqua e rivivere ogni anno la serietà e l’impegnatività della sequela.

La Parola di questa domenica cade a pennello nel giorno nel quale ci salutiamo ufficialmente: la vocazione sacerdotale – che è poi una vocazione cristiana – ha l’esigenza della perentorietà e della radicalità dell’obbedienza… quando Gesù chiama non si possono accampare scuse… non si possono giustificare tentennamenti… o ci si fida o si fa di testa propria… Ho scelto di fidarmi!