LA VERA PACE

Quante volte capita di mettersi a letto dopo una lunga giornata di impegni e di lavoro e non riuscire ad addormentarsi: pensieri e preoccupazioni si affollano nella mente e non si trova la pace necessaria al riposo… In questi momenti, regolarmente, mi ripeto la frase del vangelo che leggiamo oggi: «Non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Quanto è vero e quanto è consolante questo pensiero! I pensieri angosciano perchè appartengono al futuro, non possiamo gestirli… si possono ordinare, chiarire, puntualizzare, ma alla fine ciò che sarà, avverrà in una maniera che noi non possiamo sapere! La pace non la si può costruire sul futuro ma sul passato: se abbiamo fatto il nostro dovere, se abbiamo compiuto ciò che potevamo fare al meglio, il nostro cuore può riposare in pace! Il futuro appartiene a Dio: è talmente ricco di variabili che se vogliamo controllarlo impazziamo! Quando diventerà presente avremo la forza e la lucidità per affrontare tutto nella verità… Queste semplici considerazioni solo per aiutarci a trovare la pace, a non perderci in chissà quali elucubrazioni: facciamo la nostra parte e lasciamo qualcosa nelle mani di Dio: sicuramente fa meglio di quanto noi possiamo immaginare! Buona giornata

BEATA DEBOLEZZA

San Paolo è un vero maestro di fede. Ogni volta che si racconta emergono dei risvolti nei quali è facilissimo riconoscersi. Nella pagina che leggiamo oggi, Paolo descrive i suoi sentimenti a fronte di una presa di distanza delle sue comunità nei suoi confronti a favore di predicatori dialetticamente più preparati di lui ma che non hanno camminato dietro a Gesù sulla via della croce: l’impressione è che questi che lui chiama “super apostoli” siano dei grandi ciarlatani, abili affabulatori, che non cercano tanto la gloria di Dio quanto la propria! Ebbene, san Paolo, preso dall’orgoglio, elenca tutte le credenziali della sua pluri attestata apostolicità… poi, però, si accorge che queste prove muscolari della sua fedeltà a Cristo non servono proprio a niente! Infatti, si trova a concludere: «Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza». Abbiamo sotto gli occhi tutto il dibattimento interiore proprio di ogni battezzato: da una parte le proprie virtù e dall’altra la consapevolezza della gratuità della salvezza ricevuta! Che cosa vale di più sulla bilancia della vita? Fuori dubbio, la forza di Cristo! Pertanto, è proprio nella debolezza che si nasconde tutta la ricchezza del nostro destino buono! È alla Grazia che Paolo invita a guardare! Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Gabriella le cui debolezze affidiamo alla misericordia del Padre

AMORE CARNALE E AMORE SPIRITUALE

A volte mi sento dire che io non posso capire che cosa vuol dire amare un figlio perchè non ce l’ho… di solito rispondo che neanche chi non è prete non sa cosa vuol dire amare dei bambini non essendo figli propri! Un conto è l’amore carnale e un conto è l’amore spirituale: l’amore carnale è sanguigno, è viscerale, è istintivo, è protettivo, è possessivo, è irrazionale… l’amore spirituale è scelta, è sacrificio, è dono gratuito, è libero, è passione… Possono coesistere i due amori? Assolutamente sì. ci sono genitori che hanno una qualità nell’amore che rasenta la santità! Ma, devo dire, non è la norma… la tentazione è quella di considerare l’amore carnale il vertice perchè più coinvolgente, ma è un grave equivoco! Da preti non si corrono rischi? Assolutamente sì: rimanere troppo asettici, poco empatici, poco appassionati… Cosa vuol dire questo? Che dobbiamo assolutamente aiutarci! Non serve a nulla accusare ciascuna delle categorie come non capaci di un amore autentico: andremmo avanti all’infinito nell’accusarci a vicenda! Al contrario, cerchiamo di valorizzare lo specifico di ciascuno affinchè nella sinergia della comunione ne usciamo tutti arricchiti secondo la misura dell’amore di Cristo! San Paolo dopo aver rimproverato la comunità di Corinto scrive: «Forse perché non vi amo? Lo sa Dio!»… come lo capisco! Buona giornata

DARE TESTIMONIANZA

Quante volte ci diciamo che dobbiamo testimoniare la nostra fede! Qual è la prima idea che ci viene sentendo questa esortazione? Immagino dare il buon esempio, comportarsi bene, pregare senza vergogna, non nascondere la professione della fede… in modo tale che chi vede possa dire quanto siamo bravi e coerenti. Bene: non sono cose sbagliate, ci mancherebbe, ma forse occorre tentare di coordinarle con un’altra esigenza della testimonianza che Gesù raccomanda: quando preghi, quando digiuni, quando fai l’elemosina, fallo in modo tale che la tua preoccupazione non sia l’essere visto, ma compiere l’opera del Padre alla maniera del Figlio! Gesù diceva parole e compiva miracoli apertamente ma, nella maggior parte delle volte, lo faceva in disparte, quando non si correva il rischio di equivocare sulla sua condizione divina! Cosa aveva come interesse prioritario Gesù nel suo agire? Certamente il compiere la volontà del Padre! Non essere visto dal Padre eh… perchè, altrimenti, alla fine, lo scopo è sempre quello dell’ammirazione! Ciò che non deve mai preoccupare è che ciò che facciamo nell’amore vada perduto: «il Padre tuo, che vede nel segreto ti ricompenserà». Se ci pensiamo, in sintesi, la testimonianza a chi dobbiamo darla prioritariamente? A noi stessi! A noi serve essere testimoni: solo così abbiamo la vita! Buona giornata

AMPI MARGINI DI MIGLIORAMENTO

È impressionante mia mamma quando è in coda dal medico o al negozio: si mette a parlare con chiunque! Certamente è carattere, tuttavia, c’è anche una componente di benevolenza gratuita offerta a tutti senza pregiudizi o preclusioni di sorta, frutto di una fiducia/fede nell’uomo alla maniera di Cristo… Per me è molto difficile, devo fare un grosso sforzo di volontà: l’indole è quella di chi si fa i fatti propri e non si immischia negli affari degli altri… Se, però, c’è una persona che conosco, allora non c’è freno alla mia lingua! Leggo oggi il vangelo dove Gesù così insegna ai suoi discepoli: «Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?». Critico apertamente i ragazzi che non salutano e si voltano dall’altra parte ma io non sono tanto migliore… Troppo poco cercare il rapporto con chi la pensa come noi, che vive con le nostre abitudini, che frequenta i nostri stessi ambienti: anche i pagani fanno lo stesso, appunto! Non c’è versetto del Vangelo che non sveli nel mio cuore qualche motivo di lontananza dal cuore di Dio… quanto ci condiziona la ferita del peccato originale! Non passiamoci oltre troppo facilmente… Buona giornata