LE SORPRESE DELLO SPIRITO

«Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo… fu colmata di Spirito Santo». Sembra una scena speculare all’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria: anche lì, c’è un saluto e, a seguire, la discesa dello Spirito. Da una parte un angelo e dall’altra una donna. Le “cose” di Dio arrivano agli uomini nei modi più disparati. Non c’è una forma predefinita. Nella strutturazione liturgica della fede della Chiesa abbiamo riservato ai riti sacramentali il dono dello Spirito, in modo particolare, attraverso la Confermazione: è giusto che sia così ma occorre ricordare che sono i frutti a decantare se lo Spirito ha trovato un terreno fertile o arido… Maria, al dono dello Spirito, è stata riempita di Dio tanto da diventarne la Madre! Elisabetta, al dono dello Spirito, ha gioito nel sussulto del bambino dentro il suo grembo! Mi chiedo che cosa sentano tutti coloro che ricevono i sacramenti in questi tempi… Forse può accadere che lo Spirito scenda su qualcuno che non prende parte per semplice consuetudine ai riti della Chiesa ma è aperto alla ricerca e all’accoglienza della sua presenza! Occorre stare molto attenti a ingabbiare lo Spirito dentro le nostre briglie culturali e religiose… Lui soffia dove vuole e quando vuole! Sempre sorprendente… Buona giornata

IMMERSI NEL MISTERO

Noi siamo battezzati “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”: significa che siamo immersi dentro il mistero d’amore che c’è tra le Persone divine. L’amore di Dio si riversa su di noi e noi iniziamo a conoscerlo e sperimentarlo dentro una comunità che, prima di noi, l’ha vissuto e sperimentato ed ora ne funge da testimone credibile.
È questo il processo ordinario di conoscenza personale che noi abbiamo nella vita: quando nasciamo, siamo immersi – battezzati – nell’amore di papà e mamma e, accolti, iniziamo ad aprirci a loro scoprendoli e conoscendoli giorno per giorno, standoci insieme. È l’amore la via della conoscenza, non la razionalità. Oggi, la Liturgia ci invita a contemplare e lodare la Trinità. Subito, siamo tentati di cercare di capire come funziona, come se fosse una realtà che ci sta di fronte asetticamente… è come se un bambino, appena vede la mamma ed il papà, iniziasse ad interrogarsi su come abbiano fatto a generarlo! Non sono domande sensate!
La Trinità la si può comprendere solo dentro un rapporto d’amore dove ciò che veniamo a sapere non è ciò che conquistiamo con la nostra invadente curiosità ma ciò che il Padre, il Figlio e lo Spirito santo vogliono rivelare di sé stessi! E tutto è parametrato rispetto all’intimità e alla frequentazione che si instaurano tra noi e loro.
È la stessa cosa con papà e mamma: ciò che conosciamo di loro da piccoli non è paragonabile a quello che conosciamo da grandi! E non è solo questione di intelligenza ma di rapporto… e poi: non è forse vero che c’è diversità tra quanto conosce un figlio da un altro dei propri genitori? In base a che cosa? In base all’intensità dell’amore reciproco!
Se la Trinità è per noi un mistero buio e incomprensibile non imputiamone la causa all’assurdità del mistero ma proviamo a valutare il nostro amore, la nostra intimità, la nostra preghiera, il nostro ascolto della Parola… diverrà chiaro come ovviare…
Buon battesimo a tutti!

VIA VIA L’OPERA SI FA

La vita è come una grande tavolozza bianca su cui siamo chiamati a disegnare il nostro capolavoro. I colori ci sono dati dagli eventi della storia: ci sono colori scuri e ci sono colori chiari… ci sono colori sgargianti e ci sono colori tenui… Un capolavoro non è mai monocolore! L’estro dell’artista sta nell’utilizzare al meglio le varie tinte per armonizzare il tutto. Ci deve essere, ovviamente, un progetto nel mettere insieme i colori, non si può andare a caso… Mi sembra di trovare in questi versetti del Libro del Siracide le indicazioni più illuminanti per avere l’ispirazione più geniale: «Ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera… Chinai un poco l’orecchio, l’accolsi e vi trovai per me un insegnamento abbondante… Con essa feci progresso… La mia anima si è allenata in essa». Il sogno di Dio sull’uomo è la fonte per uno sguardo profetico che ci evita di disegnare un’opera tetra e deludente! La Sapienza è qualcosa che si acquisisce nel tempo… Non bisogno aver fretta di concludere la nostra opera in un momento o troppo triste o troppo felice! Tutto va soppesato e armonizzato con la sapienza dei giorni! Il Siracide vede la bellezza dentro un lento ma inesorabile progresso! Cerchiamo di aver pazienza… Buona giornata

CHI È VERAMENTE ILLUSTRE

«Facciamo ora l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni. Questi furono uomini di fede, e le loro opere giuste non sono dimenticate». Il Siracide si riferisce ai Patriarchi e ai Profeti, a uomini che hanno fatto grande Israele non per virtù personali ma per la loro fede. È molto interessante questa cosa: è evidente che la lode è per Dio che ha operato in loro, tant’è che, basta andare a vedere la vita di questi uomini e constatare di quante fragilità e manchevolezze fossero connotati! Il sapiente secondo Dio sa vedere tra le righe storte di uomini finiti l’opera prodigiosa di Dio! E, in effetti, solo ciò che viene da Dio ha il tratto dell’eternità… ciò che è invenzione dell’uomo, benchè grande, è sempre destinato a finire. Quanti grandi nomi che hanno fatto conquiste o scoperte e, alla fine, sono solo sui libri di storia come passato, senza più alcun peso sull’oggi! Al contrario, Abramo, Isacco, Giacobbe, Isaia, Geremia, Osea, Giovanni Battista, Pietro, Giovanni… Maria: come è evidente che, quanto hanno vissuto loro, è capace di illuminare e dare senso a quanto viviamo noi oggi! Il caso serio della vita ha a che fare con la nostra relazione con Dio, non con le nostre imprese! Buona giornata

GLI OCCHI DEL CUORE

Mi ricordo di aver visto un film dove un eremita, oggettivamente burbero, estremamente povero, giudicato pazzo, che non faceva altro che ripetere lungo il giorno sempre la stessa giaculatoria “Abbi pietà di e peccatore!”. Non era una preghiera di semplici parole: era una convinta dichiarazione della propria condizione di peccato. La gente gli stava alla larga… lui pregava… il suo rapporto con il Signore era basato su una confidenza filiale eccezionale. Alla fine del film tutto diventa chiaro, quale sia stata la forza della sua preghiera, e come la sua profonda fede gli avesse permesso la convivenza con il suo peccato… Mi ha fatto rimembrare questo film il Vangelo che ascoltiamo oggi che narra il miracolo di Gesù verso il cieco di Gerico: che cosa origina l’intervento sollecito del Salvatore? La dichiarazione limpida e disarmata: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Il cieco non grida il suo bisogno immediato di vedere ma la sua condizione di miseria! Il cieco manifesta di aver compreso che è soprattutto la sua umanità corrotta spiritualmente ad aver bisogno di cura… Degli occhi che vedono dentro una umanità ammalata sono ugualmente ciechi! È così che questo brano non può che interpellare ognuno di noi in maniera seria e puntuale… Buona giornata

 

p.s. Una preghiera per Lucia perchè i suoi occhi ora possano vedere il Signore faccia a faccia