LA PERSECUZIONE INTERIORE

È abitudine comune confondere la salvezza con il benessere, con una vita senza problemi. Tanti pregano facendo una sorta di sortilegio a tutela del presente e del futuro. Il fallimento di questa considerazione è subito dietro l’angolo… La testimonianza di San Paolo in questo senso è esemplare: «Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati». Di che liberazione parla? Non certo di preservazione dalla prova! Si tratta, invece, della capacità di attraversare la persecuzione senza cedere allo sconforto! Le parole di Paolo dicono ancora di più: una sana vita di fede porta inevitabilmente alla lotta… Pertanto, da buoni cristiani, se siamo troppo pacifici e sereni, dovremmo farci qualche domanda! Non è che abbiamo abbandonato il terreno della battaglia scendendo a patti con il maligno per una vita vuota e asettica? Ricordiamoci: la persecuzione non ha a che fare con soli nemici esterni! Può darsi che nella carità riusciamo a costruire attorno rapporti di stima e benevolenza… La persecuzione più terribile è quella che si sviluppa nel cuore! Quella che avvertiamo spiritualmente… nella tentazione permanente di cedere all’individualismo, al menefreghismo, alla pigrizia, all’indifferenza… queste le persecuzioni più perniciose! Buona giornata

CHE COSA È PIÙ IMPORTANTE

Uno scriba, uno studioso puntiglioso della Sacra Scrittura, va ad interrogare Gesù. Già qui c’è una sottolineatura da fare: il fatto che uno scriba vada da Gesù, significa che lo riconosce autorevole e preparato. Ebbene: la domanda riguarda la “classifica” dei comandamenti. I farisei ne avevano creati a decine, per ogni situazione, e alla fine, era talmente complesso ricordarli che si rendeva necessario definire delle priorità, i “principi non negoziabili” della fede ebraica. Quale il comandamento più importante? Gesù risponde prontamente: l’amore per Dio e l’amore per il prossimo. Lo scriba risponde: «Hai detto bene: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Interessante questa risposta: alla dichiarazione di Gesù, lo scriba aggiunge qualcosa: olocausti e sacrifici contano poco! A Gesù non sfugge questa precisazione: dice allo scriba che si è avvicinato assai al Regno di Dio… Quando ci si inizia a staccare dagli elementi religiosi della fede si comincia a camminare verso Dio! Mi è capitato ultimamente, ad esempio,  di essere interpellato su come sia più giusto ricevere la comunione se sulle mani e nella bocca… con tanto di studi approfonditi al riguardo… non so che cosa avrebbe risposto Gesù! Ma me lo posso immaginare…a questo punto, forse anche voi… Buona giornata

VALORE DELLA TRADIZIONE

Leggiamo oggi l’esordio della Lettera di San Paolo a Timoteo. Mi ha subito catturato l’attenzione questo versetto: «Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura». Sappiamo bene come San Paolo sia andato molto oltre la pratica di fede ricevuta dai Padri accogliendo la Buona Novella di Cristo… tuttavia, non cestina minimamente l’eredità ricevuta, anzi la mette in evidenza, mostrando continuità con i suoi antenati. Mi sembra davvero bella questa cosa: è ovvio che ogni generazioni sia chiamata ad andare avanti rispetto la tradizione ricevuta ma è bene custodire una sorta di continuità! Quegli strappi radicali a cui assistiamo oggi, dove i giovani cassano inesorabilmente ogni insegnamento precedente, mi lascia molto perplesso… La cultura è un tessuto che annoda fili che si srotolano fin dall’antichità con quelli più recenti! Una vera progressione non cancella i passaggi precedenti ma li riconosce come necessari ai risultati più attuali… che a loro volta, diventeranno pure passato! Guardo alla mia storia personale: c’è un abisso tra la mia visuale del mondo e quella dei miei genitori… loro continuano nel solco che hanno scavato… io, dal conto mio, proseguo con sviluppi nuovi. Ma non mi sogno affatto di giudicare il mio cammino innovativo rispetto al loro! Diverso, vero, ma scaturito da lì… Buona giornata

ESSERE ITALIANI CRISTIANI

Oggi 2 giugno: Festa della Repubblica. Non è, ovviamente, una festa religiosa ma da cristiani è giusto che ci si chieda come festeggiare. Ci deve essere una maniera attraverso la quale contribuire a dare senso a questo evento civile. È giusto essere orgogliosi di essere italiani? Se fossimo spagnoli non dovremmo essere orgogliosi? L’orgoglio a partire dalla propria cittadinanza può correre il rischio di diventare un modo fine per esprimere una sorta di superiorità verso gli altri… fino ad arrivare a slogan del tipo “prima gli italiani”… In una prospettiva di famiglia ci potrebbe stare: responsabilmente è bene che un padre si occupi anzitutto della sua famigliaMa è così? Proprio oggi il vangelo ci ricorda: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». In questo orgoglio italiano c’è il senso del dovere nel pagare le tasse per contribuire al bene di tutti? Durante la pandemia abbiamo messo le nostre bandiere fuori dai balconi ma oltre al folklore ne è scaturito anche un senso di responsabilità? Prima di essere italiani occorre ricordarci di essere figli di Dio, figli dello stesso Padre! E avendo Gesù come fratello sentirne tutta la dignità e l’impegno… allora il nostro essere italiani protrà brillare di una luce vera. Bona giornata

MARIA, MADRE DELLA CHIESA

Da due anni a questa parte, per felice intuizione di papa Francesco, il lunedì dopo Pentecoste la Chiesa venera Maria come MADRE DELLA CHIESA. È l’appellativo riferito alla Madonna che più mi piace! Evoca la nostra adozione a figli! Nessun uomo è figlio di Dio per natura… si è figli di Dio per grazia! Quando la madre Chiesa ci immerge nel fonte battesimale, come Maria, verginalmente ci concepisce e ci genera… Come lo Spirito adombra Maria nell’annunciazione così la Chiesa nel battesimo… c’è una sovrapposizione simbolica tra la Chiesa e Maria di una bellezza assoluta! La Chiesa è figura della Madre di Cristo: come la Madre ha dato la vita al Figlio di Dio così la da a tutti coloro che vengono assimilati a Cristo! È un mistero ben definito dalle parole di Gesù sulla croce: «Disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé». Ecco Maria, Madre della Chiesa! Obbediente al volere del Figlio assume la missione della cura e dell’accompagnamento di ogni discepolo: da questo momento in poi, ogni discepolo non sarà un semplice “fan” di Gesù ma un “figlio”… da far crescere come IL FIGLIO. Buona giornata