Leggiamo oggi l’esordio della Lettera di San Paolo a Timoteo. Mi ha subito catturato l’attenzione questo versetto: «Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura». Sappiamo bene come San Paolo sia andato molto oltre la pratica di fede ricevuta dai Padri accogliendo la Buona Novella di Cristo… tuttavia, non cestina minimamente l’eredità ricevuta, anzi la mette in evidenza, mostrando continuità con i suoi antenati. Mi sembra davvero bella questa cosa: è ovvio che ogni generazioni sia chiamata ad andare avanti rispetto la tradizione ricevuta ma è bene custodire una sorta di continuità! Quegli strappi radicali a cui assistiamo oggi, dove i giovani cassano inesorabilmente ogni insegnamento precedente, mi lascia molto perplesso… La cultura è un tessuto che annoda fili che si srotolano fin dall’antichità con quelli più recenti! Una vera progressione non cancella i passaggi precedenti ma li riconosce come necessari ai risultati più attuali… che a loro volta, diventeranno pure passato! Guardo alla mia storia personale: c’è un abisso tra la mia visuale del mondo e quella dei miei genitori… loro continuano nel solco che hanno scavato… io, dal conto mio, proseguo con sviluppi nuovi. Ma non mi sogno affatto di giudicare il mio cammino innovativo rispetto al loro! Diverso, vero, ma scaturito da lì… Buona giornata