SILENZIO E ASCOLTO

Da alcuni anni a questa parte seguo davvero poco i programmi televisivi: faccio davvero una gran fatica a resistere più di cinque minuti ad ascoltare la banalità con la quale si affrontano le discussioni su temi importanti e decisivi per le persone… per di più, i maître a penser  sono sempre gli stessi, orami da decenni! Le tesi sono per lo più gridate, raramente argomentate… Il confronto è ridotto ai minimi termini perché l’ascolto è pressoché nullo… Quanto è calzante il monito che oggi ascoltiamo dalla Lettera di San Giacomo: «ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira». Tutto esattamente il contrario: ci si parla sopra, si grida, si inveisce, si denigra… se uno fa silenzio e prova ad ascoltare viene subito considerato come perdente! Non esiste che dentro un argomento si possa rimanere dentro una tensione, una sospensione… No: uno ha torto e uno a ragione! Ovviamente ha ragione chi si impone di più e colma maggiormente i bisogni primari della pancia…  Da cristiani siamo chiamati a dare testimonianza di ascolto e di silenzio! La verità si mostra prima che si dimostra… La parola delle opere è sempre più efficace di ogni bel discorso… e resiste nel tempo! Buona giornata

LE TENTAZIONI DI DIO

Tutti sappiamo che dalla prima domenica d’Avvento verrà adottato nelle Chiese italiane il Messale rinnovato in diverse preghiere: tra le  novità quella che più ha catturato l’attenzione e a cui i giornali hanno dato molto risalto c’è la versione del Padre nostro aggiornata con la dicitura “non abbandonarci alla tentazione” invece del tradizionale “non ci indurre in tentazione”. C’è chi è contento e chi meno… Di certo, non si può sostenere che fino ad oggi abbiamo pregato in modo scorretto! Chi avesse ritenuto la tentazione una trappola messa in atto da Dio per trovarci in fallo ha sbagliato di grosso! Basta leggere i versetti della Lettera di san Giacomo che leggiamo nella liturgia odierna per fugare ogni dubbio e ogni sospetto: «Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno». Chiarissimo: le tentazioni in cui Dio ci induce non sono tranelli o ambiguità ma situazioni nelle quali siamo rafforzati nel bene! Potremmo dire, a mo’ di esempio, che Dio è come un allenatore: per far correre bene i cento metri ci fa allenare chiedendoci di correrne duecento in salita! Non è una cattiveria ma una sollecitudine a nostro favore! È così che dichiariamo la nostra povertà e fragilità… Buona giornata

QUALI PROVE VIVIAMO?

«Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove»: è un versetto della lettera di Giacomo ai cristiani provenienti dalla diaspora ebraica, ripresa pari pari da san Francesco dopo l’amara esperienza del rifiuto ad aprirgli la porta da parte dei frati di un convento nato dal suo carisma. C’è gioia perfetta quando si vive una prova, una fatica, una sofferenza… è davvero un paradosso! Mi ha colpito grandemente la testimonianza di un vescovo copto, intervistato ultimamente, a seguito delle pesanti persecuzioni subite: alla domanda rispetto a come facessero a vivere la fede in quella condizione di prova e di martirio, rispose prontamente: “Sono piuttosto io a chiedermi come possiate voi vivere la fede in un contesto così piatto e anonimo come il vostro”. Quanto è vero… Dove stiamo donando il sapore del Vangelo? In quale settore della vita gli uomini contemplano il nostro essere imbevuto di Vangelo? Dobbiamo chiedercelo come singoli e come Chiesa! A me sembra che tutti non facciamo altro che salvarci la pelle… respingiamo le prove più che possiamo, evitiamo i contrasti, le contraddizioni… “Dare la vita” è un bello slagan ma lo lasciamo volentieri ad altri cristiani, di altri paesi… e la gioia della fede, però, non decolla! Buona giornata

LEGGE E LIBERTÀ

Ogni uomo sogna la libertà! Nell’intimo del cuore c’è un anelito profondo all’essere svincolati da tutto ciò che lega e frena le aspirazioni e i desideri più avvincenti! Eppure, non c’è uomo che non senta gravare la zavorra dell’incapacità a scegliere con avvedutezza il bene… In sostanza: l’uomo vorrebbe essere libero ma avverte sempre qualcosa che non glielo permette! Il maligno ha lavorato “bene” nell’intimo della coscienza ed è riuscito ad insinuare nell’uomo il sospetto che sia Dio l’ostacolo alla libertà! Il serpente dice ad Adamo: “Staccati da Dio, renditi autonomo, e vedrai che sarai come Dio, libero e superiore a tutto”. È così che l’uomo ritiene Dio l’origine e il principio di tutte le limitazioni… Il fatto né l’uomo né Dio sono liberi in questo senso: la libertà non è mai autonomia ma comunione! Se l’uomo vuole crearsi una vita a prescindere da Dio, essendo fatto per la comunione, inevitabilmente, si legherà a qualcun altro… l’idolatria! Ora: il legame con Dio è un legame d’amore, è un vincolo originato dall’essere l’uno il padre e l’altro il figlio… il legame con l’idolo, al contrario, è dipendenza, è bisogno! Liberarsi da Dio significa rompere un legame d’amore a favore di un vincolo di necessità! Anche oggi l’uomo guarda con sospetto a Dio perché lo ritiene troppo asfissiante con le sue leggi… il dramma è che Dio viene inteso non come Padre ma come padrone! In realtà, le leggi di Dio non sono imposizioni gravose volte a sottomettere l’uomo ma sono la cura e l’attenzione del Padre affinché i figli siano felici! Nel libro del Siracide leggiamo: «Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano» . A Dio non fa paura la nostra libertà: a noi il compito di realizzarla appieno! Buona domenica

SURROGATI AL POSTO DI DIO

Gli uomini hanno sete di Dio! Lo cercano ogni giorno! È la precarietà, la vulnerabilità, la fragilità della loro natura che impetra un intervento dall’Alto… Il fatto è che l’uomo non conosce Dio! Allora, crede facilmente a tutti i surrogati che compensano le sue mancanze: ogni realtà che corrisponde al bisogno viene idolatrata! Il potere usa molto questo buco esistenziale per propinare le sue geniali trovate… Illuminante la scelta del re Geroboamo per tenere calmo il popolo e deviarlo dalla sua fedeltà a JHWH: «il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: “Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto”». Geroboamo è il re di Israele e Roboamo il re di Giuda. Il popolo d’Israele continua a salire al santuario di Gerusalemme in giudea… Geroboamo teme che il popolo si innamori di Roboamo… ecco trovata la soluzione: creare degli idoli come compensazione, solo per assicurarsi il potere! Crediamo che oggi sia molto diverso? Assolutamente no! Anche oggi il potere offre surrogati al posto di Dio! La moda, la carriera, il potere, la fama, i soldi, il sesso, il divertimento a tutti i costi… sono soltanto degli esempi di come il potere tacita la centralità di Dio per poter esercitare pacificamente il suo dominio schiavizzante. Attenzione!  Buona giornata