CURARE, NON ACCUSARE

Un mio carissimo amico prete disse ad un incontro: “Non c’è nessun uomo che possa dire di aver peccato in maniera originale“… qualcuno ha certamente commesso quella colpa prima di noi! Questo per dire che cosa? Che come nessuno ci può additare come peccatori seriali così noi non possiamo additare qualcuno come incarnazione originale del male! Purtroppo il maligno riesce sempre ad imbrogliarci e a buttarci dentro a qualche pozzanghera per infangarci e rovinare la nostra dignità filiale! Invece di accusarci gli uni gli altri dobbiamo aiutarci a uscirne! La mania nel puntare il dito non è mai fino in fondo debellata… Già san Paolo così scriveva alla comunità di Roma: «Chiunque tu sia, o uomo che giudichi, non hai alcun motivo di scusa perché, mentre giudichi l’altro, condanni te stesso; tu che giudichi, infatti, fai le medesime cose». È proprio così: quando ci capita di stupirci e meravigliarci del peccato di qualche fratello è la volta buona che ci caschiamo dentro anche noi… Questo non vuol dire “mal comune mezzo gaudio”, ma attenzione a non contribuire a imbrattare ancor più di quanto fa il maligno il malcapitato… Il male fa male: compito del cristiano è fornire le cure della misericordia per medicare le ferite e offrire strade di vita rinnovata! Buona giornata

SENZA CRISTO C’È SOLO IDOLATRIA

San Paolo ha compreso che tutto si può capire solo a partire da Cristo: ogni cosa si illumina alla luce che irradia da Lui! Tutto assume il suo giusto valore: non c’è niente di inutile e di vano in ciò che Dio ha creato, tutto serve per realizzare il suo disegno di salvezza! È chiaro che niente deve essere assolutizzato, altrimenti l’idolatria è inevitabile! Le parole inorridite di san Paolo che leggiamo oggi nella Lettera ai Romani potrebbero tranquillamente essere ripetute oggi alla stessa identica maniera: «hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili». Quando non si possiede il criterio attraverso il quale considerare il creato, tutto è esaltato, a seconda della sensibilità individuale… allora c’è chi venera il personaggio dello sport o dello spettacolo in voga al momento; c’è chi si innamora del proprio cane o del proprio gatto; c’è chi sacralizza la natura e pone l’uomo a suo servizio; e più ne ha, più ne metta! Non è difficile notare come la perdita di fede abbia portato l’uomo ad aggrapparsi a cose che vengono da Dio e sono finalizzati alla sua conoscenza… ma non sono Dio! L’equivoco fa tanto male… Buona giornata

I SEGNI E IL SEGNO

In queste domeniche sto incontrando tanti genitori per l’inizio dei percorsi legati all’iniziazione cristiana dei bambini. Trovo bello che ancora ci si muova per l’educazione cristiana dei figli… non è scontato! Certamente c’è da raccogliere questo desiderio e stimolare una crescita rispetto alla consapevolezza della domanda: è chiaro che l’elemento tradizionale, legato ai sacramenti, è quello trainante… il compito della Comunità cristiana è quello di ricordare il fine del cammino, che non po’ essere altro che la conoscenza e l’amicizia con Gesù! Illuminante in tal senso la Parola di Gesù nel Vangelo di oggi: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Non c’è segno o sacramento che tiene! Senza Gesù ogni segno rimane vuoto e fuorviante! Io, ancor più radicalmente, mi chiedo: “ma la gente cerca ancora un segno?”. Ossia: c’è la consapevolezza che esiste un senso oltre la nuda vita delle cose da fare e da affrontare quotidianamente? Potremmo dire: c’è sete di spiritualità? C’è investimento vero di tempo e di energie per questo? Tutto il sacrificio di tempo che la catechesi comporta vale i frutti che genera? Sono domande che non possiamo non farci… Buona giornata

L’ORIGINE DELLA VITA PIENA

Una storia avvincente quella di Naaman il Siro: uomo ricco e potente, malato di lebbra, con la possibilità di curarsi in tutte le maniere e, nonostante questo, condannato a morte da un male che nessun medico sa debellare. L’unico spiraglio che si apre, nella sua avventura dolorosa, è aperto da una schiava ebrea che lavora al suo servizio: gli parla del profeta Eliseo, uomo di Dio, capace di guarigioni straordinarie. Naaman si lascia convincere e si fa portare da lui. Il profeta ancor prima che Naaman si presenti in casa sua gli manda a dire di andare a bagnarsi sette volte nel fiume Giordano. Una proposta assurda: le acque del suo paese erano più pulite delle acque del Giordano! In un primo momento Naaman si rifiuta di eseguire il comando, poi, convinto, va al fiume e si immerge. Il miracolo avviene: la lebbra scompare! Naaman vorrebbe ricompensare largamente Eliseo con omaggi e regali per la grazia ricevuta ma il profeta rifiuta: Chi l’ha guarito non è Lui… è un Altro che deve ringraziare! La vita passa attraverso uomini e donne ma la sorgente sta a monte: è il passaggio dall’idolatria alla fede! Chiarissimo questo passaggio nel Vangelo che ascoltiamo oggi dove si racconta di dieci lebbrosi sanati da Gesù. Anche loro invitati a bagnarsi nel Giordano: solo uno di loro, una volta guarito, ritorna da Gesù a ringraziare… guarda caso, è un samaritano, un ebreo eretico! È probabile che gli altri nove siano rimasti a venerare il Giordano senza riconoscere l’opera di Gesù… È per questo che all’arrivo dell’unico lebbroso guarito Gesù dichiara: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» . L’aver trovato Cristo gli ha permesso di giungere alla sorgente della vita! È a Lui che ogni uomo deve ritornare per avere salvezza, per avere la vita eterna! tutto il resto è palliativo… Buona giornata

IMPORTANZA DELL’ASCOLTO DELLA PAROLA

Già qualche giorno fa ne ho parlato: benedico la decisione di papa Francesco di aver stabilito una domenica nella quale mettere al centro la Parola di Dio! Sempre più riconosco la sua importanza per un nutrimento adeguato della fede… senza la Parola si rischia fortemente di considerare la fede più secondo la sfera emotiva o razionale rispetto che all’ascolto attento della volontà di Dio! Penso vada in questa direzione l’espressione che Gesù usa nel rispondere a quella donna che, gridando, affermava la fortuna di Maria per l’aver allattato un Figlio così: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». La gioia di Maria non consiste nella sua natura di madre ma nella sua vocazione di figlia docile che ha ascoltato e portato a compimento la Parola di Dio! La santità non scaturisce da condizioni favorevoli o da situazioni idilliache della vita ma dalla passività alla Grazia di Dio operante in ciascuno dei suoi figli! Per questo sono beate quelle persone che pur essendo povere materialmente, fisicamente, psicologicamente, culturalmente, sanno disporsi ad ascoltare la Parola che Dio rivolge a loro! La felicità dell’uomo consiste solo nell’accoglienza fattiva della Parola che Dio ci rivolge, nelle più indefinite situazioni esistenziali… Buona giornata