FRUTTI ABBONDANTI

Notissima a livello biblico l’immagine della vigna: Israele era stata paragonata ad una vigna che JHWH aveva piantato e curato con ogni premura ma senza portare il frutto sperato… Gesù dice di essere Lui la vera vite: Israele era solo una figura della vite vera! Ora., finalmente il Padre ha piantato una vigna scelta, di grande qualità: chi vuole portare frutto secondo il desiderio di Dio deve necessariamente innestarsi in Lui! Solo chi «rimane» innestato in Gesù ha la linfa per una vita abbondante… «In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto». Chiaro l’intento di Gesù: «perché la vostra vita sia piena». A Dio non basta una umanità che tiri a campare… non basta una vigna che rinverdisca d’estate e rinsecchì d’inverno! L’abbondanza è il tratto della vita divina… Diceva il beato Piergiorgio Frassati: “è necessario vivere, non vivacchiare”! Qui sta il criterio della santità: è preferibile una vita piena di cadute ma ricca di proprositività ad una vita impeccabile ma senza alcun slancio e idealità! Certo è che non c’è nulla di davvero degno se non è ancorato al criterio dell’amore proprio della vite che è Gesù! Solo uniti a Lui e con la comunione con tutti i tralci l’opera della Chiesa sarà davvero piena di frutti! Buona giornata

VI DO LA MIA PACE

Se nel linguaggio corrente si parla di pace si intende certamente qualcosa che ha a che fare con la tranquillità, la quiete, la serenità… essere in pace significa, in sostanza, non aver noie e problemi di alcun genere! Ebbene, Gesù ci dice così: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». Molto bene: ci viene esplicitamente ricordato che Gesù intende la pace in un altra maniera! Come? La pace per Gesù è la comunione tra cielo e terra, è lo stretto rapporto tra Dio e l’uomo! Se l’uomo e Dio stabiliscono una relazione intima di comunione non c’è più difficoltà o problema che possa inquietare! Ne sono un esempio meraviglioso gli apostoli che pur affrontando sfide e contrasti («dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni») non perdono mai l’entusiasmo e la benevolenza…  Paolo e Barnaba vivono nel giro di poche ore situazioni di esaltazione di massa nei loro confronti e condizioni di rifiuto e cattiveria irrazionali… Eppure, non c’è spazio in loro per parole d’odio o intenzioni di vendetta! Tutto comprensibile dentro un’intima comunione con il Signore nel quale trovavano la forza per perseverare nella lotta della fede! Troppo bello! Buona giornata

IDOLATRI O CREDENTI

È molto più facile essere idolatri che credere! L’idolo risponde ai nostri bisogni, Dio agisce secondo la sua libertà! L’idolo è costruito dall’uomo per dare risposte alle domande più complesse… Dio sfugge alla definizione e alla catalogazione… Nel racconto degli Atti che ascoltiamo oggi nella liturgia è evidente questa logica: Paolo, compie un miracolo e «La gente, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: “Gli dèi sono scesi tra di noi in figura umana!”». Credere in Paolo che visibilmente risolve un problema immediato è molto più semplice che credere nel Dio che ti ha creato sano dall’inizio! È più facile idolatrare il medico che ti guarisce da una malattia rispetto che  credere a Dio che ti ha dato la vita! Non si contano le persone che si affidano a santoni, a maghi, a guaritori… che magari si spacciano pure per inviati di Dio… Paolo e Barnaba si strappano le vesti e sgridano coloro che vogliono a tutti i costi elevarli allo stadio divino! Non si dice che la gente si sia ravveduta… molto probabilmente avrà ricercato altre persone che si prestavano al loro bisogno idolatra! Credere in Dio obbliga a scelte di libertà: non è così scontato! Buona giornata

AMARE COME GESÙ

«Vi do un comandamento nuovo: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» . Il cristianesimo si gioca tutto in questa totale conformazione del discepolo al Cristo! Come Gesù vive un’esistenza totalmente consacrata al mostrare il volto del Padre, così il discepolo di Gesù è chiamato a vivere un’esistenza totalmente consacrata a mostrare il volto del Figlio!
«Dio è amore» ! Gesù è il volto visibile dell’amore incondizionato del Padre! Il cristiano non può che identificarsi nello stesso modo di vivere di Gesù! L’amore del cristiano non è un sentimento individuale, spontaneo, sensazionale… l’amore del cristiano è la copia dell’amore di Gesù! Chi viene battezzato e vive una costante comunione con il Corpo di Cristo esprime il desiderio e la volontà di “morire per l’altro” alla maniera di Gesù! Celebriamo in questo week end gli anniversari di matrimonio: non ci ritroviamo a incensare delle persone che per un colpo di fortuna sono arrivati a realizzare dai 10 ai 65 anni di vita insieme… piuttosto, ringraziamo il Signore perché li ha sostenuti nel loro proposito di amarsi l’un l’altro come Cristo ha insegnato! Fino a dare la vita l’uno per l’altro! Gli anniversari sono un’occasione preziosa per lodare il Signore che ci ha insegnato ad amare come noi, mai, avremmo pensato di amare! Lo smarrimento dell’identità cristiana e di conseguenza del comandamento dell’amore ha portato a legittimare la fine dell’amore: quando l’amore non si coniuga secondo il comandamento, inevitabilmente, viene ridotto a sentimento e così perde la sua consistenza e il suo valore eterno… Occorre riscoprire la bellezza del Vangelo e ripresentarlo nella sua integralità: non smetterà di contagiare la vita di tanti e di realizzarne la felicità! Buona domenica

PRIMATO DELLO SPIRITO

«I Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo». Ci lamentiamo oggi perché, a volte, riceviamo delle opposizionima agli inizi erano più i rifiuti che le accoglienze! Eppure, il libro degli Atti degli Apostoli ci riferisce che i discepoli erano “pieni di gioia”! La gioia che avevano nel cuore non scaturiva dal consenso e dall’approvazione ma dal rapporto con Gesù! L’incontro con il Risorto aveva reso la loro vita una sicurezza, non c’era nulla che potesse appannare la loro serenità… C’è poco da fare: siamo ancora troppo psicologici e poco pneumatologici! Il nostro equilibrio è dettato più dalla nostra stabilità emotiva rispetto alla consolazione che deriva dallo Spirito santo! Sicuramente anche i discepoli uscivano emotivamente abbacchiati dai loro fallimenti… ma non per questo perdevano la gioia e la determinazione nell’annunciare il Signore che avevano conosciuto! Quando oggi si sperimenta un fallimento pastorale qual è il rimedio che mettiamo in atto? La preghiera o l’analisi della strategia comunicativa? Forse c’è da pensare… Buona giornata