Se andate a rileggere il Vangelo che abbiamo letto a Natale vi accorgerete che dei pastori si dice che prima “udirono” e poi “videro”. L’Antico Testamento ha sempre avuto questa logica: Dio parla e il popolo d’Israele vede realizzarsi quanto Dio promette. Oggi, nella sua Prima Lettera, l’evangelista Giovanni inverte i verbi: «quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi». Il vedere viene prima: Gesù anzitutto fa, poi, riveste di parole le sue azioni… Credo sia un passaggio per la nostra vita credente per nulla marginale: non siamo più nel regime delle promesse ma del compimento! Con Gesù la salvezza è attiva, si sta realizzando: “Non ve ne accorgete?”… Gli occhi devono aprirsi per scrutare i segni dei tempi! Questa verità è chiarissima anche quando Gesù, ai discepoli del Battista che vengono a chiedergli se è davvero lui il Messia, dice: «Ditegli quello che vedete: i ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano»… La Parola di Dio ci serve per affinare la vista e guardare dove è giusto guardare, evitando le sempre troppe distrazioni… Per ricalcare l’avvenimento della salvezza, Giovanni fa un cenno anche all’importanza del «toccare con mano»: più concreto di così si muore: davvero il Salvatore si è fatto carne! Buona giornata