«Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Molto interessante questo pensiero dei discepoli: fa emergere in maniera chiarissima la tentazione del credente ad ergersi come unico depositario della verità, ad unico tutore del bene.

In realtà, il vero ed il bene sono prerogative di Dio, non di un gruppo di persone specifico! E Dio, lo sappiamo, fa dono di sé a chi vuole. Il bene e la verità sono disseminati ovunque e compito nostro è riconoscerli e promuoverli. Godere della bravura degli altri non è sminuire la propria… anzi! È riconoscere la grandezza di Dio che non smette mai di donarsi!

Molto difficile per noi cristiani perdere terreno, accettando di non essere i capifila di ogni attività e progetto… tante iniziative che sono partite dall’intuizione profetica di credenti, ormai, sono portate aventi da tante realtà diverse… e non meno bene! Inutile stare a rimpiangere ruoli e potere: benediciamo che il bene vada avanti e fruttifichi anche a prescindere da noi!

Alla fine, ce lo dobbiamo chiedere: che cosa ci interessa? La nostra fama e la nostra immagine o l’amore di Dio? Tutto il bene che c’è attorno a noi è un dono! Noi ci dobbiamo chiedere se siamo ancora davvero capaci di vivere in comunione con il Signore tanto da manifestare in maniere originale e profetica la sua volontà!

C’è da riconoscere che, come Chiesa, ci siamo fermati! Abbiamo fatto della fede la reiterazione del passato… non abbiamo risposto alla vita… non ci siamo immersi nella storia ma ci siamo rinchiusi nel nostro orticello a fare le nostre cose! Il Signore, anche attraverso papa Francesco ci esorta ad uscire… muoviamoci!