Nella Liturgia della Parola odierna ci viene proposto il brano di Vangelo che narra la visita di Maria alla cugina Elisabetta. Sono evidenti, a mio parere, due momenti: da una parte i fatti e dall’altra le parole. I fatti sono inequivocabili, evidenti, lapalissiani: Maria entra nella casa di Zaccaria e saluta Elisabetta. Dopo di che Elisabetta avverte un sussulto nel grembo. Le cose che avvengono sono asettiche, occorre dare una interpretazione. Le parole che seguono sono l’interpretazione. C’è una cosa che succede, però, nel frattempo: scende lo Spirito santo! E qui sta la differenza, quella che noi chiamiamo “la lettura spirituale”. Sì, perché se non ci fosse stato lo Spirito l’episodio del grembo che sussulta avrebbe potuto essere interpretato come un semplice movimento di routine da parte del feto di Giovanni… Invece, Elisabetta esprime parole di benedizione: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!». Quando lo Spirito illumina il cuore dell’uomo, questi è capace di cogliere il senso, la bellezza, la profondità, degli avvenimenti. Si capisce che la storia è storia di salvezza: Dio sta mostrando la sua amicizia e la sua benevolenza! Chissà se noi siamo ancora capaci di questa lettura spirituale… oppure ci siamo appiattiti sulla semplice fattualità… Buona giornata