Le civiltà antiche tenevano strettamente legate l’autorità politica e l’autorità religiosa: pensiamo ai faraoni egiziani,
considerati vere e proprie divinità, i re d’Israele che venivano scelti direttamente da Dio, gli imperatori romani che esigevano il culto alla propria persona… il governo del popolo era considerato una vera e propria missione divina, le autorità erano incontestabili. Con la domanda posta dai farisei «è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» Gesù opera un vero e proprio strappo: «Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Un conto è la politica, la gestione delle cose, e un conto è la fede, la gestione delle persone! Le cose appartengono all’uomo: fin dalla creazione Dio le affidate alla sua
cura «L’uomo domini sui pesci, sugli uccelli, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili». Non è detto che
l’uomo domini sugli uomini…La separazione netta tra le cose di Cesare e le cose di Dio è una grande conquista di libertà: i cristiani della prima ora erano cittadini impeccabili; avevano compreso che alle leggi dell’autorità era giusto obbedire! Rispetto alle loro scelte di vita, però, non avevano dubbi: l’autorità spettava a Dio! I primi martiri sparsero il loro sangue proprio in forza della loro obiezione alla venerazione dell’Imperatore quale divinità… Su questa questione occorre che sia la Chiesa sia lo Stato facciano passi di vera conversione… la Chiesa assuma un compito di servizio e non di autorità nella formazione delle
coscienze e lo Stato svolga il suo compito di gestione della vita sociale evitando un approccio ideologico. C’è ancora molto da crescere per una vera e sana laicità… Buona domencia