Purtroppo abbiamo perso tutta la sapidità del significato semitico di “Parola”. Per noi la parola è un semplice veicolo di trasmissione di un contenuto, di una concetto, di una idea. Per questo la parola non ha più quel peso che aveva un tempo: oggi, non si può più dire “ti do la mia parola”… anche giuridicamente non ha più alcun valore. La parola, invece, nella cultura propria della Bibbia ha una pregnanza tutta particolare: è l’espressione perfetta della persona che la pronuncia, esprime la sua più sotterranea intimità. Per questo il vangelo di Giovanni dice che Gesù è “il Verbo di Dio”, la sua parola: in lui conosciamo perfettamente il cuore del Padre! Gesù è l’immagine, l’impronta del Padre! Uscendo dalla bocca del Padre, come tutte le Parole di Dio, fa quello che dice, compie ciò che esprime! Tant’è che Gesù, nella sua preghiera sacerdotale, dice chiaramente: “non ho perso nessuno di quelli che mi hai dato”, cioè ho salvato ogni uomo, realizzando “ciò per cui mi avevi mandato”. Questa verità che oggi è stata oscurata da una ideologia nominalistica è tuttavia comprensibile dentro la nostra vita: quanto peso hanno le parole di chi amiamo? Sono capaci di edificarci come di distruggerci… altro che semplici idee… Buona giornata